Home Attualità Informazione A ‘Storie di Confine’ Thailandia

A ‘Storie di Confine’ Thailandia

0

Nuovo appuntamento con Storie di confine, i reportage prodotti da Videonews, realizzati in collaborazione con Retequattro e Mediafriends, che raccontano storie di dolore e di speranza in alcune delle realtà più degradate del Terzo Mondo e i progetti di aiuto e sostegno alle popolazioni bisognose, sostenute e promosse dalla Onlus creata da Mediaset, Medusa e Mondadori.

Al centro della puntata uno dei progetti sostenuti da Mediafriends presso il Centro dei Camilliani di Rayong, in Thailandia. Lì si è recato Mimmo Lombezzi, che documenta il lavoro di Giovanni Contarin e l’altra faccia di Pattaya, ovvero quello dell’industria del sesso.

Il carpentiere di Dio, così viene chiamato, non va a letto prima di mezzanotte e alle 7 è già a dir messa. Benedice i suoi orfani, arringa i suoi malati, poi si toglie la veste talare e con voce da martello pneumatico comincia a bombardare in veneto-thailandese gli operai che lavorano nel dispensario di Rayong. Finita la sfuriata, gli operai si accingono a rifare tutto con rassegnazione asiatica e lui, sereno come un chierichetto, torna ai suoi malati, ai bambini che gli salgono addosso mentre fa colazione, o ai moribondi che conforta senza illuderli, guardando in faccia il male che non perdona: l’Aids.

Don Contarin è un omaccione sulla cinquantina, cocciuto come solo i veneti e gli altri popoli dell’Est sanno esserlo. Tredici anni fa, quando fondò il primo centro di accoglienza per malati di Aids, non lontano da Bangkok, si arrese alla diffidenza della gente solo dopo che gli avevano piazzato una bomba davanti all’ingresso e tirato svariati colpi di pistola nelle finestre. Temevano che un centro per curare i malati di Aids danneggiasse il turismo.

A Pattaya, da 13 anni, si raccolgono i relitti dell’invasione turistica che dà lavoro a 200.000 prostitute e che ogni anno, travolge migliaia di vite: fidanzate temporanee contagiate e abbandonate dai turisti dell’amore, orfani di famiglie decimate dall’Aids, donnaioli impenitenti diventati, ancora giovani, malati terminali e donne birmane o cambogiane sfruttate come schiave.

Secondo l’associazione End Child Prostitution in Asian Tourism, il guadagno annuale del turismo sessuale è calcolato in 54 billioni di Bat cioè 2,2 miliardi di dollari, prodotti da almeno 200.000 lavoratori e lavoratrici del sesso, un quarto dei quali sono bambini.

“Il Ventesimo secolo” – ha scritto Nicola Gomez Devila – “è un naufragio che non ha fine”. E Pattaya è il capitolo più triste di questo naufragio.