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Accordo tra Provincia e Sindacati per lo sportello Antimobbing

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Accordo tra Provincia e Sindacati per lo sportello Antimobbing

A poco meno di un anno dall’inaugurazione dello sportello provinciale antimobbing, l’iniziativa fa un nuovo passo avanti. Dopo il protocollo d’intesa tra Provincia e Asl per agevolare il suo utilizzo da parte dei lavoratori dell’azienda sanitaria aretina, ne viene infatti sottoscritto uno con Cgil, Cisl e Uil che definisce le azioni che lo sportello e le organizzazioni sindacali svolgeranno insieme per dare il migliore sostegno ai lavoratori colpiti da situazioni di grave disagio sui luoghi di lavoro. In questi mesi lo sportello antimobbing, organizzato e finanziato dalla Provincia, è diventato il punto di riferimento per decine di utenti, che hanno ottenuto informazioni e consigli su come affrontare la propria condizione di disagio e, nei casi più esposti, hanno gratuitamente ricevuto consulenza legale, medica e psicologica, raccolta in un fascicolo personale e riservato, che viene consegnato nelle mani del lavoratore. Il passo successivo era quello più problematico, perché queste persone si chiedono spesso cosa possono fare dopo e chi può tutelarli se rivendicano i propri diritti presso la loro azienda. Per rispondere a domande di questo tipo è necessario costruire attorno allo sportello una rete di sostegno, perché la struttura provinciale antimobbing ovviamente non è un ufficio per promuovere vertenze di lavoro. Perciò la Provincia si è rivolta a Cgil, Cisl e Uil per iniziare a costruire questa rete e il protocollo sottoscritto stabilisce un percorso concreto, utile nei casi sia di disagio lavorativo che di mobbing evidente. In primo luogo è stato concordato che le organizzazioni sindacali offriranno gratuitamente ai lavoratori inviati dallo sportello antimobbing, siano a meno iscritti al sindacato, la cosiddetta "consulenza legale di primo livello", per avviare la vertenza di lavoro. I sindacati si sono inoltre impegnati a proporre, in fase di contrattazione collettiva decentrata nelle singole aziende, l’introduzione di misure di contrasto del mobbing, facendo specifico riferimento allo sportello istituito dalla Provincia, la quale si è impegnata ad organizzare corsi di formazione sul disagio organizzativo e lavorativo per i lavoratori subordinati, per i responsabili sindacali e i membri delle Rsu aziendali. Ogni sei mesi, lo sportello antimobbing fornirà ai sindacati i dati sull’afflusso e le tipologie dei casi trattati, in forma del tutto anonima e con massima tutela degli utenti, perché possano analizzare la consistenza del fenomeno e discuterne, con cognizione di causa, nelle periodiche contrattazioni con i datori di lavoro. "In questo primo anno di attività abbiamo fatto molto per consolidare lo sportello provinciale antimobbing – afferma l’Assessore provinciale alle risorse umane Gabriella Cecchi – e l’accordo oggi sottoscritto con i sindacati lo dimostra. E’ un’esperienza che funziona, concretamente utile per i lavoratori dipendenti. Sono entrati in contatto con noi altri soggetti che si occupano del problema in Toscana, tra cui Medicina Democratica e la rete di volontariato contro il mobbing che opera a Firenze. Lo sportello di Arezzo ha costituito un punto di riferimento concreto nella redazione della proposta di legge contro il mobbing che in questo periodo è all’esame delle commissioni del Consiglio regionale, nella quale sono previste molteplici azioni pubbliche contro il disagio lavorativo. Speriamo che finalmente divenga legge antimobbing la proposta in questi mesi all’esame della Commissione lavoro del Senato", conclude l’Assessore Cecchi. A sottoscrivere l’accordo i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil Giorgio Cartocci, Domenico Badii e Alessandro Infelici. "Quello del mobbing è un fenomeno del quale si è cominciato a parlare di recente, ma che è sempre esistito ed è giusto rafforzare iniziative come questa", ha affermato Infelici mentre Cartocci ha definito l’accordo "un segnale di buona prassi per la vivibilità nei luoghi di lavoro" e Badii ha invitato a sottolineare "con orgoglio il fatto che quella di Arezzo è la prima esperienza in Italia a muoversi con tanta efficacia su questo tema".