ROMA – Un militare italiano è rimasto leggermente contuso in seguito all'esplosione di un ordigno che ha investito un veicolo blindato 'Lince' a 5 km da Akazai, nella provincia di Baghdis, in Afgahnistan.
L'ordigno, collocato sul ciglio della strada, ha provocato seri danni al veicolo e il ferimento del militare dell'Esercito, componente della compagnia 'Demoni' ed effettivo all'8° reggimento bersaglieri. Il convoglio di mezzi italiani era partito dalla base operativa avanzata di Bala Marghab ed era diretto alla base italiana di Herat.
"Vicinanza e solidarietà" ai militari italiani oggetto dell'attentato è stata espressa dal presidente del Senato Renato Schifani che ha quindi augurato "un pronto ristabilimento al soldato contuso". Schifani, in Polonia in visita ufficiale, ha voluto anche manifestare "gratitudine" a tutti i militari italiani "impegnati in Afghanistan, in una missione a tutela della pace e della sicurezza".
Solidarietà a tutto il contingente italiano, in particolare al militare italiano rimasto ferito nell'attacco, è stata espressa anche dal presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini che ha inviato un messaggio al capo di Stato maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini.
Intanto nella notte, vicino alla città di Kandahar soldati della Nato hanno ucciso un civile a bordo di un camion che non si era fermato procedendo nella direzione del convoglio militare. ''Il veicolo non ha risposto ai segnali di avvertimento, lampi di luce e clacson, e non si è fermato – si legge in un comunicato Nato -. Il mezzo non si è fermato neanche dopo il primo sparo di avvertimento. Altri due colpi sono stati sparati direttamente contro il veicolo, uccidento un civile''.
La questione del crescente numero di vittime civili provocate dalle operazioni della forza di stabilizzazione della Nato, Isaf, e della forze a comando americano è uno dei temi che hanno maggiormente irritato il governo afghano e la popolazione. Sono quasi 1.500 i civili uccisi, su un totale di 4mila vittime, nel conflitto afghano solo quest'anno.