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Al Pronto Soccorso un reparto degenza con 24 posti letto

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Al Pronto Soccorso un reparto degenza con 24 posti letto

AREZZO – Un reparto di degenza vera e propria, integrato nel Pronto Soccorso, 24 posti letto con la funzione di dare risposte certe ai pazienti prima di essere trasferiti nei reparti medici e chirurgici, oppure prima di essere dimessi. Il tutto migliorando la risposta all’utenza, evitando ricoveri impropri o momenti critici nel passaggio dal pronto soccorso alla degenza.
Sono sostanzialmente queste le ragioni per cui anche la Usl di Arezzo ha deciso, seguendo anche le positive esperienze di altri ospedali toscani, di dare vita ad una Unità di Emergenza Urgenza. L’inizio dell’attività è del 4 febbraio scorso, ed a tre settimane di distanza si può tracciare un primo bilancio.
“Fortemente positivo – sostiene il direttore della U.O. Giovanni Iannelli – sia per la soddisfazione espressa da pazienti e familiari, e soprattutto per aver ridotto fortemente la pressione sui reparti ospedalieri, senza aver avuto le crisi ormai croniche nella ricerca di posti letto”.

Ed ecco i numeri a confermare questo giudizio. In tre settimane sono stati ricoverati in medicina d’urgenza 48 pazienti. Di questi 32 sono stati dimessi dopo una degenza media di tre giorni (il 75%). Tutti ricoveri che una volta avrebbero “pesato” sui reparti chirurgici e medici, ai quali, invece, sono giunti solo 11 malati (5 pazienti, dei 48 sono ancora ricoverati in questo reparto).
Diversa la situazione per i pazienti ricoverati in Hdu (cioè la terapia subintensiva, per pazienti in particolare situazione di criticità), ma era ovviamente prevista per la diversa patologia trattata. Qui i ricoveri sono stati in tre settimane 27, con otto dimissioni e 17 trasferimenti in reparti (due sono ancora ricoverati qui).

Per ottenere questi risultati il reparto è stato attrezzato con 24 posti letto, di cui 10 di osservazione, 10 di degenza e 4 di monitoraggio per le subintensive (questo ha consentito di ridurre di 8 posti letto le chirurgie interne e 8 posti letto i reparti di medicina). “Essendo questa struttura un tutt’uno con il pronto soccorso – sottolinea il direttore Iannelli – vanno ricomprese nel conteggio anche le sei postazioni per codici gialli e rossi e l’ambulatorio per i codici minori”.
Nella evoluzione operativa del pronto soccorso, la creazione del reparto di medicina d’urgenza appariva come un passaggio obbligato. Anche il 2007 ha registrato lo sfondamento di quota 70.000 negli accessi al pronto soccorso, con un enorme lavoro di smistamento dopo il soccorso immediato. Il reparto rappresenta un polmone di compensazione, ma anche di cura, come dimostrano le dimissioni dirette. Con i posti letto attrezzati per il monitoraggio delle fasi critiche, si individuano meglio le destinazioni da dare ai pazienti. Così facendo, si sono ridotti i ricoveri impropri nelle aree chirurgiche, evitando anche una diminuzione della loro capacità operativa. Inoltre, per la particolare capacità di trattamento delle fasi acute, il reparto è in grado di stabilizzare pazienti che escono dalle terapie intensive e dalle rianimazioni (gestendo, ad esempio, l'effetto “stubamento”, cioè l’eliminazione della ventilazione artificiale), prima di essere destinati ai reparti ordinari, evitando al contempo di occupare posti ospedalieri ad altissima specializzazione.

Intanto per consentire l’avvio della medicina d’urgenza, a disposizione del direttore Iannelli sono arrivati rinforzi, sia sul fronte medico che infermieristico. 15 in tutto le nuove unità assegnate: 9 infermieri e 6 O.S.S.. Ma anche l'organico medico ha avuto un sostanziale incremento, grazie ad un diverso utilizzo ed una integrazione operativa della nuova struttura con i medici del 118 (MET).

Il direttore generale Monica Calamai: è il primo passo verso una maggiore qualificazione della principale porta di accesso all'ospedale
“Si tratta di una operazione nella quale crediamo molto – afferma Monica Calamai, direttore generale dell’Azienda – perché diversifica la risposta che l’ospedale fornisce ai cittadini e, al tempo stesso, qualifica maggiormente la principale porta di accesso all'ospedale. A questo proposito, sottolinea la Calamai, voglio ricordare che la Regione Toscana ha individuato nella medicina d’urgenza, e più in generale nei pronto soccorso, l’area su cui investire risorse importanti nei prossimi anni. Basta pensare che proprio ieri la giunta regionale ha stanziato oltre 70 milioni di euro per innovare e potenziare il pronto soccorso di tutte le aziende sanitarie ed ospedaliere toscane. Parte di questi finanziamenti (60 milioni) saranno destinati al rinnovamento strutturale, tecnologico ed impiantistico, mentre gli altri 10 milioni saranno utilizzati per il potenziamento organizzativo. L'Azienda sanitaria aretina, precisa ancora il direttore generale, ha già presentato un proprio progetto con la previsione di un investimento complessivo di 8 milioni e mezzo di euro per il San Donato, ma una analoga progettualità interesserà anche il pronto soccorso della Gruccia, in Valdarno. Il tutto dovrebbe concludersi nell'arco di due anni ed è finalizzato al raggiungimento di precisi obiettivi: riduzione dei tempi di attesa e permanenza, miglioramento della qualità percepita, appropriatezza dei ricoveri dal pronto soccorso. Obiettivi che intendiamo raggiungere differenziando i percorsi dei pazienti in base ai codici di priorità; ristrutturando e ampliando le sale e le postazioni visita; migliorando l'accoglienza con la previsione di sale di attesa sia per i pazienti che per i familiari, ma anche introducendo nuove forme di comunicazione con l'utenza; realizzando percorsi brevi per coloro che devono eseguire esami diagnostici e trattamenti specialistici in situazioni di urgenza; adeguando i locali del pronto soccorso alla gestione di maxiemergenze".