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Alimentazione: produrre di più rispettando l’ambiente

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Alimentazione: produrre di più rispettando l’ambiente

NAPOLI – Analizzare, capire e comunicare con rigore scientifico ma in modo comprensibile i termini del complesso problema dell’alimentazione nel mondo è il dovere della ricerca scientifica di fronte ad uno scenario globale che stima la presenza sul pianeta di 9,1 miliardi di persone nel 2050.
E’ una sfida che il direttore del Dipartimento Agroalimentare del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Alcide Bertani (nella foto), ha raccolto, sottolineando l’impegno dell’Ente, nel corso dell’incontro svolto nell’ambito della Giornata mondiale dell’alimentazione. L’evento, organizzato oggi a Napoli, a Castel dell’Ovo, dal CNR e dall’Assessorato alle Politiche Sociali e Giovanili del Comune di Napoli ha visto la presenza, fra gli altri ospiti istituzionali, dell’Assessore alle Politiche Sociali e Giovanili del Comune di Napoli, Giulio Riccio e del Consigliere Ambasciatore Paolo Ducci del Ministero degli Affari Esteri.
Bertani ha spiegato, a una platea formata anche da ragazzi di età compresa fra gli 11 e i 13 anni, provenienti dalla Scuola Media Statale “Cortese” di San Giovanni a Teduccio, il rapporto tra le necessità alimentari del pianeta e le risposte fornite o attese dalla ricerca scientifica. “La produzione alimentare mondiale potrebbe essere sufficiente per tutti e, se fosse equamente distribuita, ogni essere umano avrebbe a disposizione il proprio fabbisogno calorico giornaliero” ha Alcide Bertani. “Purtroppo, gli squilibri socio-politici mondiali fanno sì che le persone che oggi vivono in condizioni di sottoalimentazione sono ancora scandalosamente numerose, circa 850 milioni (dati FAO, 2005). Per il futuro, il sistema agricolo, al fine di sostenere l’aumento della popolazione dovrà incrementare fortemente la propria capacità produttiva e ciò comporterà la necessità di un raddoppio della attuale produzione cerealicola mondiale”.
A fronte di un generale ottimismo sulla possibilità di sostenere un così forte aumento di produzione, vi sono però incertezza e dubbi sulla sostenibilità di tale processo, che si teme possa portare ad incidere, forse in modo irreversibile, sulla superficie e sui cicli biogeochimici (carbonio, azoto, acqua) della terra e sulle biorisorse. “A questo non roseo scenario, si aggiunge la forte probabilità che i già registrati aumenti nelle calamità naturali (fenomeni di siccità, salinizzazione, allagamenti e dilavamenti dei suoli), la comparsa di parassiti animali e vegetali, con aumentata virulenza, tutti aspetti di un ambiente che cambia, potranno, in futuro, condizionare la produttività e qualità dei prodotti alimentari di intere aree geografiche del pianeta”, ha proseguito Bertani. “In questo generale contesto è comunque imperativo aumentare la produzione primaria vegetale e animale, salvaguardando le risorse ambientali e genetiche per le generazioni future, altrimenti le economie più fragili e più esposte rischiano di essere ancor più compromesse e il numero di persone sottoalimentate rischierà di aumentare considerevolmente, con conseguenti implicazioni socio-politiche”.
“Pertanto”, ha concluso il Direttore, “è indispensabile la presa d’atto e la consapevolezza critica della situazione non solo a livello politico, ma anche a livello di singolo cittadino per comportamenti volti al risparmio ambientale, energetico e ad un uso attento e consapevole dei prodotti alimentari”.
Andrea Di Vecchia, dell’Istituto di biometeorologia del Cnr di Roma, ha illustrato ai ragazzi l’importanza dell’indagine scientifica, dello studio dei fenomeni legati alle condizioni di vita e di alimentazione delle popolazioni colpite da sottoalimentazione, evidenziando l’impatto dei cambiamenti climatici globali sulle produzioni agricole e invitando i più giovani ad avvicinarsi allo studio della scienza. Maria Grazia Volpe, ricercatrice dell’Istituto di Scienze dell’Alimentazione del Cnr di Avellino, ha evidenziato l’importanza di un modello di dieta alimentare corretta, al fine di prevenire malattie e assicurarsi un futuro da adulti sani. “La Campania”, ha ricordato la ricercatrice all’unisono con Vincenzo Armentano della ASL 1 di Napoli, “ha il triste primato della maggior percentuale di bambini e adolescenti obesi o soprappeso. Occorre incoraggiare i comportamenti alimentari corretti, partendo da una capillare informazione sui cibi sani, che sono poi al centro della dieta mediterranea, apprezzata in tutto il mondo”.