AREZZO – Interdisciplinarietà e condivisione tra saperi in materia di restauro; necessità di contestualizzare un restauro all'interno di un progetto d'interventi più ampio; stabilire un protocollo al quale fare riferimento per procedere alle analisi preliminari. Sono queste le proposte emerse a conclusione del Convegno di Arezzo, "Restaurare il mai restaurato", organizzato dall'Amministrazione Provinciale in collaborazione con Confartigianato nazionale e Banca Etruria, che ha visto riuniti esperti provenienti da tutto il mondo. Un settore, quello del restauro, dove operatori, addetti ai lavori, istituzioni pubbliche hanno dimostrato, in questi tre giorni di lavoro, di sapere dialogare e collaborare. Ne è segno evidente il convegno stesso, nato dall’esigenza dei restauratori di sollecitare un confronto prima di procedere al restauro della Pala Albergotti di Vasari, opera "mai stata toccata", ovvero mai stata oggetto di alcun intervento di restauro, secondo i risultati delle prime indagini diagnostiche. "Vorremo che questa esperienza non rimanesse isolata ma continuasse nel tempo e affiancasse i lavori del Cantiere", ha sottolineato l'assessore alla Cultura della Provincia di Arezzo, Emanuela Caroti, a chiusura del convegno, ricordando che la città si è candidata come sede per le celebrazioni del cinquecentenario di Vasari, grazie al grande patrimonio artistico conservato in chiese e musei del territorio. Il dibattito se e come restaurare il mai restaurato resta aperto anche dopo l'appuntamento aretino, ma dagli interventi di questi giorni è emersa una linea comune. In sintesi, l'opportunità di stabilire un confronto non solo nelle fasi preliminari, ma durante e dopo un restauro; la necessità di un programma che tenga conto di tutti i fattori legati al contesto storico dell'opera, quali le condizioni ottiche originarie e l'intenzionalità dell'artista; l'impegno a garantire lo stato conservativo dell'opera. Il restauro della Pala Albergotti è a cura di RICERCA.