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Artigiani e governo: validati 68 studi di settore

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AREZZO – Prosegue a pieno ritmo il confronto tra Confartigianato e il Ministero delle Finanze sull'attuazione del Protocollo sugli studi di settore. ‘La nostra preoccupazione riguarda le imprese e la loro tutela – spiega il Presidente di Confartigianato Imprese Arezzo Giovan Battista Donati – Anche per questo abbiamo più volte sollecitato la rapida definizione dei problemi aperti sugli studi di settore. Quello che la nostra Associazione si è auspicata è che degli studi di settore non si faccia un uso improprio. Gli studi di settore non vanno usati come minimum tax ma come sistema indicativo per le strutture pubbliche per la ricerca dell’evasione fiscale’.
Ed ecco le novità. L’Agenzia delle Entrate, in una circolare, sottolinea che una adeguata gestione del contraddittorio è essenziale per conferire fondatezza all'accertamento a mezzo studi di settore. Ma c’è di più. Viene infatti introdotta un'importante novità: nessun accertamento automatico per i contribuenti che dichiarano ricavi o compensi inferiori a quelli desumibili dagli indicatori di normalità economica.
‘In altre parole viene dato il via libera a 68 "evoluzioni" riguardanti gli studi di settore – spiega il Presidente di Confartigianato Imprese Arezzo Giovan Battista Donati – Di questi quattordici riguardano direttamente l'artigianato. Al centro dell'accertamento il contraddittorio. E’ particolarmente rilevante il fatto che l’Agenzia delle Entrate abbia approvato diversi correttivi indicati da Confartigianato’.
Il dialogo tra il Governo e le parti sociali insomma dovrà proseguire. ‘La Confederazione continua comunque ad impegnarsi perché vengano adottate soluzioni di carattere amministrativo che hanno il fine di assicurare che i nuovi indicatori di normalità economica siano equi e selettivi – conclude Donati – Per questo motivo Confartigianato Imprese si impegnerà perché gli studi non servano per agevolare solo alcuni e affinché ci sia trasparenza nella tassazione e nel controllo’.
‘Confartigianato è da sempre impegnata nella battaglia per ottenere le necessarie correzioni agli studi di settore. Una battaglia che la Confederazione sta conducendo in maniera determinata e mantenendo salda l’intesa con le altre 4 Confederazioni dell’artigianato, del commercio e delle piccole imprese. La politica fiscale e gli studi di settore restano insomma un tema caldo, volto verso un nuovo possibile assetto organizzativo – continua Donati – ed è positivo che interventi utili, ma non ancora abbastanza, nell’ambito degli studi di settore siano stati posti in essere con il coinvolgimento dei dirigenti artigiani. In questa particolare fase di congiuntura economica è auspicabile che le imprese artigiane e tutte le PMI in genere non vengano soffocate dal carico fiscale. L’evasione fiscale inoltre penalizza prima di tutto le imprese che lavorano onestamente, le stesse che vanno tutelate anche dalla concorrenza sleale come quella resa possibile dalla falsificazione dei marchi ‘Made in Italy’’.