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Bush: ‘Fermare l’escalation’

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WASHINGTON – Il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, si è detto "profondamente preoccupato" per la crisi in corso tra Russia e Georgia sull'Ossezia del Sud ed ha invitato le parti a "fermare l'escalation". In un comunicato, Bush ha sottolineato che la questione "può essere risolta pacificamente", rinnovando l'invito a "rispettare l'integrità territoriale della Georgia, che è uno stato sovrano". Il presidente ha poi chiesto a Mosca e Tbilisi di tornare "allo status quo del 6 agosto", giorno in cui sono esplosi i combattimenti.
"Gli attacchi – ha sottolineato ancora Bush, parlando da Pechino, dove ieri ha partecipato alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi – stanno avvenendo in regioni della Georgia lontane dalla zona del conflitto in Ossezia del Sud e rappresentano una pericolosa escalation della crisi". Il presidente americano ha quindi sollecitato "la fine dei bombardamenti russi". "La violenza mette a rischio la pace della regione – ha avvertito – Ci sono state vittime civili e altre vite sono a rischio".
A chiedere lo stop al conflitto in Ossezia del Sud è anche la Cina. Il ministero degli Esteri di Pechino ha esortato oggi "alla moderazione e a un cessate il fuoco immediato". "Speriamo che le parti coinvolte risolvano la disputa attraverso il dialogo e garantiscano pace e stabilità", ha affermato il portavoce del ministero, Liu Jianchao, citato sull'agenzia ufficiale Xinhua, aggiungendo che il governo cinese "è seriamente preoccupato" per l'escalation nella regione. Il presidente cinese Hu Jintao questa mattina ha incontrato il primo ministro russo Vladimir Putin, a Pechino per le Olimpiadi. La Cina è uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e come tale gode del diritto di veto. La scorsa notte il Consiglio non è riuscito per la seconda volta a mettersi d'accordo su un cessate il fuoco.
Sulla crisi è intervenuto anche il nunzio apostolico Antonio Mennini, rappresentante della Santa Sede nella Federazione Russa, che in un'intervista a 'Radio Vaticana' ha parlato di ''inutile strage'' ed ha invitato Usa e Russia ''a collaborare''. "La Chiesa ha certamente la grande arma della preghiera ma anche la Chiesa può insistere presso le organizzazioni internazionali – ha dichiarato il nunzio apostolico – affinché coadiuvino le parti, che già in parte hanno detto di essere pronte a un negoziato, ad aprire finalmente la strada a una trattativa che porti a soluzioni durevoli, nel rispetto e nella soddisfazione delle aspirazioni legittime di tutti i popoli coinvolti".
"Io penso che Stati Uniti e Federazione Russa – ha sottolineato – abbiano molti interessi comuni e sono quindi chiamati a collaborare. Non possono abdicare al loro ruolo di grandi potenze e quindi di garanti della pace in molte parti del mondo".