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Canzoni oscurate al Teatro Verdi di Monte San Savino

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AREZZO – Canzoni Oscurate e' un progetto musicale di Alessandro Danelli (cantante del gruppo Les Anarchistes) che presenta un versatile repertorio di canzoni legate tra loro dal fatto di essere state colpite dalla Commissione Censoria. Venerdì 8 febbraio al Teatro Verdi di Monte San Savino, ore 21.15, una serata che regalerà una emozionante occasione per ascoltare o riascoltare questi brani che appartengono alla storia musicale della maggior parte di noi.

La pansè di Carosone (1955), bandito dalla radio e dalla neonata Tv, ma anche da molti locali pubblici i quali esponevano il cartello "In questo locale non si eseguono brani come La Pansè o simili trivialità". Mimmo Modugno si vide censurata la celeberrima Resta cu' mme (1957), per i versi "nun mme 'mporta d'o ppassato / nun mme 'mporta 'e chi t'ha avuto…", che "cozzavano contro la putibonda moralità nazionale, fondata sulla verginità e sulla mostra pubblica delle lenzuola dopo la prima notte". E nel 1974 Mina interprete della sigla finale del varietà Mille e una luce, "Ancora ancora": la Mazzini lo interpreta in modo passionale e umettandosi sfacciatamente le labbra con la punta della lingua. Il censore rischia lo svenimento ed ordina la scomposizione dell'immagine di Mina su più monitor evitando il primo piano di quella bocca carnosa e volutamente socchiusa che avrebbe turbato la serenità della notte dei mariti italiani. "Io se fossi Dio", canzone che Gaber ha dovuto produrre in proprio (e il disco ha per questo avuto un sistema di vendita molto particolare, non si trovava normalmente nei negozi ma circolava quasi "clandestinamente), perché proibita dalla radio e dalla televisione italiana, considerata così pericolosa che nessun discografico ha voluto pubblicarla. Questi sono solo alcuni esempi di Canzoni Oscurate dalla Commissione Censoria, ma il percorso sonoro dello spettacolo, si articola in circa venticinque canzoni che illustrano esaustivamente l'operato, spesso ai limiti del ridicolo, della Commissione.

L'idea di portare in palcoscenico le canzoni oscurate nasce quando Danelli inizia a lavorare allo spettacolo acustico "L'Amour – L'amore d'autore da Tenco a Ferrè". "Leggendo notizie storiche e biografiche su Tenco – racconta Alessandro Danelli – scoprì che molte delle sue canzoni vennero censurate, la curiosità e la voglia di approfondire l'argomento e crearne un vero e proprio spettacolo"..

Un percorso musicale che si snoda tra gli anni '40 e la fine degli anni '70, quando la nascita delle radio libere rende pressoché vani gli strali censori. Dà inizio allo spettacolo un pezzo assolutamente emblematico, Lili Marlene, parzialmente censurato in un primo tempo ed in seguito completamente bandito, poiché era accusato di deprimere il morale delle truppe al fronte di guerra.
I pezzi successivamente presentati mostrano come da un tipo di censura politica si passi anche ad una inerente alla sfera della sessualità ed ai comportamenti poco consoni alla morale cattolica.

"Durante il periodo fascista il tema oggetto di censura era soprattutto politico – dice Danelli – all'epoca una circolare del Partito Nazionale Fascista recava l'ordine di presentare tutte le canzoni con parole straniere rigorosamente tradotte e anche gli artisti videro liberamente italianizzati i loro nomi: Louis Armstrong diverra' per il pubblico italiano Luigi Braccioforte e Benny Goodman, Beniamino Buonuomo". Cito testualmente un articolo apparso su "Il Popolo d'Italia" il 30 Marzo 1928:

"E' nefando e ingiurioso per la tradizione e per la stirpe riporre in soffitta violini e mandolini per dare fiato a sassofoni e percuotere timpani secondo barbare melodie che vivono soltanto per le effemeridi della moda. E' stupido, ridicolo e antifascista andare in sollucchero per le danze ombellicali di una mulatta o accorrere come babbei ad ogni americanata che ci venga da oltreoceano."

In seguito a questo pezzo venne ridotta notevolmente la messa in onda di musica straniera ed americana in particolare. E anche se nel dopoguerra si "riprende a cantare", la Commissione Censoria continua a vigilare fermamente sulla moralità degli italiani.