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‘Chi salverà la musica?’

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‘Chi salverà la musica?’

ROMA – Anche se questa frase a tutti ricorderà semplicemente la famosa canzone dei Pooh che negli anni ottanta imperversava nelle radio italiane mai come in questo momento diviene una frase attuale che offre spunti di riflessione e di critica; sarebbe infatti il caso di chiedersi che fine farà la musica e se potrà riuscire a salvarsi da questo periodo di crisi.
Grandi cali nella vendita dei cd, pochi programmi musicali in televisione e sempre una minor uscita di talenti italiani.
In questa rubrica vogliamo, quindi, provare a dare spazio alla musica; intervisteremo cantanti famosi per avere un’idea della direzione in cui sta andando la discografia oggi, capire cosa succede davvero dietro le quinte e soprattutto cercheremo di dare spazio agli emergenti che mai come in questo momento si trovano a dover affrontare i problemi della promozione e visibilità.

Abbiamo intervistato Max De Angelis, una giovane promessa della musica italiana, che vanta già nella sua attività l’uscita di due album e la partecipazione al festival di Sanremo e al Festivalbar.

Ciao Max, cosa ne pensi di questa fase negativa della discografia italiana e quanto ha influito, secondo te il file sharing, ovvero il dawnloading dei brani su internet rispetto al calo delle vendite dei cd?
Stiamo attraversando il periodo più nero della discografia e credo che il file sharing abbia avuto un ruolo determinante riguardo l’abbattimento della vendita di dischi sia in Italia che all’estero soprattutto perché non controllato. E’ quindi il mancato controllo dei fenomeni di downloading ad aver causato la crisi più che il meccanismo stesso. Da una parte c’è anche il problema dei prezzi dei cd che sono relativamente alti, anche se io non giustifico chi si ripara dietro al prezzo di un cd per non acquistarlo, perché non si può dimenticare che un disco è il frutto di un lavoro e di un investimento anche di più persone e di strutture che hanno inizialmente investito e devono quindi rientrare nelle spese.

La promozione musicale si sta avvalendo anche e soprattutto di altri canali rispetto a quelli tradizionali della radio e della televisione. Che ne pensi di questo cambiamento e che rapporto hai con la tecnologia?
Io non sono mai stato troppo avvezzo alle tecnologie mi ritengo vecchio stampo poiché mi piace considerare la musica un’arte per come è nata e per come si è sviluppata nella storia, oggi l’utilizzo del computer anche in fase di scrittura di realizzazione ed arrangiamento del brano un po’ abbatte quelle che sono le capacità e le caratteristiche della musica stessa. Allo stesso tempo credo che ci si debba comunque abituare ed adattare alle nuove tecnologie altrimenti sarebbe come non voler vedere la realtà.
L’aspetto positivo di internet lo vivo tramite il rapporto che riesco ad avere con i miei fan con i quali riesco ad avere un rapporto diretto e costante.
Come veicolo promozionale internet sta dando un valido aiuto e, come in tutti i settori, sta facendo scomparire le figure di intermediazione, come ad esempio quella del promoter. Credo che comunque debba essere ancora affiancato ai tradizionali canali di promozione, altrimenti da solo può non bastare.

Parliamo di te e della tua carriera. So che sei un bravissimo pianista, oltre ad avere una bellissima voce. Ti senti più musicista o cantante?
Ho iniziato a studiare il pianoforte da piccolissimo a quattro anni. In famiglia mia nessuno è musicista ma mi hanno appoggiato per vedere se questa mia passione era autentica o passeggera.
Così per anni mi sono dedicato al pianoforte fino a che ho abbandonato gli studi classici e mi sono dedicato alla musica leggera, scoprendo anche una particolare attitudine per il canto. Ad oggi non mi sento né principalmente cantante né pianista ma semplicemente musicista, o credo di esserlo, perché sia strumentista che cantante cerco comunque di esprimere e proprie emozioni con la musica.

La tua esperienza a Sanremo nel 2005. Cosa ti ha dato Sanremo che non ti saresti mai aspettato e cosa invece pensavi che ti desse e non ti ha dato?
Sanremo mi ha dato la consapevolezza di aver partecipato alla manifestazione canora più importante ci sia in Italia, nonostante le critiche ed i pettegolezzi che gravitano intorno a questo evento e non mi ha dato invece la serenità e rilassatezza che mi aspettavo riguardo la mia carriera .
Si tende a pensare che Sanremo sia un punto di arrivo per un cantante mentre in realtà è solo una tappa intermedia di un cammino ancora ad ostacoli. Si fatica molto di più dopo Sanremo e non me lo sarei aspettato.

Qual è la canzone del tuo repertorio al quale sei più legato?<<br />Ci sono due canzoni alle quali sono più legato per due motivi diversi. Una è la “Soluzione”, il mio singolo di esordio al quale sono legato per motivi pratici, ovvero è il brano che ha decretato il mio passaggio dall’anonimato all’essere in classifica e tra i brani più trasmessi dalle radio.
L’altro brano che mi è rimasto nel cuore per motivi sentimentali è il brano “Vola” che fa parte del secondo album.

Qual è la canzone italiana che avresti voluto avessero scritto per te?
Sally di Vasco Rossi.

Oltre alla persona con cui sei coinvolto sentimentalmente ci sono altre persone, familiari o amici ai quali dedichi le tue performance musicali?
In realtà no ma quando ho partecipato a Sanremo sentivo di dedicare quel momento a tutta la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto.

So che sei un bravissimo cuoco. Pensi ci sia una relazione tra l’arte culinaria e quella musicale?
Io vivo ed interpreto la cucina come un’ arte sperimentale. Non amo cucinare solo per qualche occasione particolare, ma amo preparare nuovi piatti anche per la quotidianità, poiché la buona cucina, secondo me, ha la capacità di allietare la vita. Anche quando sono in casa da solo mi organizzo una cenetta come se fossi al ristorante e mi rende speciale ogni giornata.

I tuoi progetti per il futuro?
Adesso sono in fase di composizione e scrittura del terzo album e quindi sono nella fase dell’isolamento perché credo sia giusto recepire dall’esterno il minor numero di stimoli ed influenze possibili, per sentire meglio le emozioni e l’ispirazioni.
Nel frattempo posso dirti in anteprima che mi sto avvicinando al mondo della radio, sto facendo dei seminari per capire meglio le dinamiche radiofoniche, un mondo che mi ha sempre affascinato e che non mi discosta poi così tanto dal campo della musica poiché comunque sono settori che vanno sempre di pari passo.
Sto poi riscoprendo il piacere di lavorare nelle colonne sonore, dopo che, casualmente, mi hanno fatto una richiesta per un lavoro teatrale.

Ultima domanda per salutarci… in una parola, secondo te chi salverà la musica?
Domanda molto difficile..sicuramente la cultura.

Articlolo scritto da: cq