Home Cronaca ‘Chimet: difendere la salute è l’occupazione’

‘Chimet: difendere la salute è l’occupazione’

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‘Chimet: difendere la salute è l’occupazione’

AREZZO – Dichiarazione congiunta di RSU Chimet e Fiom CGIL Arezzo: “Abbiamo assistito con stupore al blitz in Chimet. Rimaniamo convinti che modalità operative e quantità di uomini e mezzi impiegati fossero probabilmente sproporzionate alla realtà dei fatti ed agli obiettivi della Procura. Ma rispettiamo, ovviamente, il lavoro della magistratura e ci auguriamo che l’inchiesta giunga rapidamente a termine”.
Rsu e Fiom Cgil sottolineano che “la Chimet opera a Badia al Pino da 32 anni e che in questo lungo periodo non ci sono stati né incidenti ambientali né malattie professionali di qualità e di quantità tali da dover sottoporre questa fabbrica ad una serie di continui attacchi. La Chimet è azienda leader a livello internazionale nel recupero dei metalli preziosi ed opera, con riconosciuta professionalità, anche nel settore dello smaltimento dei rifiuti speciali. Condividiamo perfettamente le esigenze di analisi e monitoraggi continui. Non vorremmo che a qualcuno sfuggisse il non irrilevante particolare che i primi ad essere interessati alla salute ed alla tutela dell’ambiente sono proprio i lavoratori della Chimet che ogni giorno sono in questo stabilimento. Ma lo stillicidio di attacchi che si registra da molti mesi rischia di compromettere la credibilità della Chimet sui mercati internazionali e conseguentemente il futuro produttivo ed occupazionale di questa azienda”.
La Rsu e la Fiom hanno quindi richieste chiare. “In primo luogo chiediamo che l’inchiesta avviata con il blitz si chiuda al più presto e se, come noi auspichiamo, non verranno individuati elementi di rilievo, sollecitiamo che la fabbrica continui, ancor di più che nel passato, ad essere oggetto di costante monitoraggio da parte delle strutture pubbliche competenti. La salute, lo ripetiamo, è la nostra priorità. Una volta chiuso questo passaggio, vorremmo che la Chimet venisse cancellata dall’agenda della strumentalizzazione politica e che ci fosse, in primo luogo per i dipendenti, la possibilità di lavorare pensando con relativa tranquillità al futuro”.