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Come si respira ad Arezzo

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Come si respira ad Arezzo

AREZZO – La risposta è stata fornita questa mattina nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella sede dell’Arpat, alla quale hanno partecipato il dottor Claudio Bondi, Responsabile della UO Prevenzione Controlli Ambientali Integrati, l’Assessore all’ambiente del Comune di Arezzo Roberto Banchetti ed il responsabile del settore ambiente della Provincia dottor Patrizio Lucci. “Il primo dato importante – ha spiegato il dottor Lucci – è quello che nel nostro territorio mettiamo a disposizione una rete di monitoraggio che fornisce dati puntuali e scientificamente validati”. Il dottor Bondi ha poi illustrato i dati 2007 fornito dalle stazioni di misura, tre nella città di Arezzo ed una in località Casa Stabbi nel Comune di Chitignano. “Stazioni – ha spiegato – che nell’anno 2007 hanno fornito ottimi rendimenti annuali: la legge li fissa al 90% e quelli della rete di Arezzo oscillano tra il 93 % ed il 100 %”. I risultati, sono pertanto, ampiamente attendibili e sicuri sia per l’aspetto quantitativo sia per quello rappresentativo del contesto rilevato, con distribuzione omogenea dei dati validi in tutto l’anno. Nell’area urbana di Arezzo le stazioni di misura sono tre: piazza della Repubblica (stazione da traffico), via Fiorentina (stazione da traffico) ed Acropoli (stazione di fondo urbano). E veniamo alla diagnosi dell’Arpat: “nelle zone dell’area urbana di Arezzo interessate da elevati flussi veicolari c’è l’elevato rischio di superare i valori limite che saranno in vigore nell’anno 2010 dei livelli di concentrazione per una serie di inquinanti: biossido di azoto, benzene, e PM10”. La tendenza per biossido di azoto, e PM10 è sfavorevole: “negli ultimi quattro anni gli indicatori annuali di questi parametri presentano mediamente un incremento dei livelli di concentrazione”. In tutte e tre il monossido di carbonio è a livelli significativamente inferiori ai valori limite. Per Acropoli rimangono tali per il biossido di azoto che invece equipara il valore limite in via Fiorentina ed addirittura uguaglia anche al margine di tolleranza previsto per l’anno 2007 (valore decrescente di anno in anno fino al 2010 da sommare al valore limite) in piazza della Repubblica.
E’ in corso un’evoluzione della normativa con la nuova proposta di direttiva sul riordino in materia di qualità dell’aria, ed i dati vanno visti anche in questa prospettiva. Per il PM10, infatti, sei si considera solo la fase 1 per effetto della nuova norma europea che entrerà in vigore prima dell’anno 2010, i valori si distribuiscono su livelli attorno all’80% del limite annuale (40 µg/m3). Il numero dei superamenti del valore limite della media giornaliera (50 µg/m3) registrati nell’anno 2007 sono stabili ed inferiori a quelli permessi per la stazione di P.zza della Repubblica ed in aumento (55 nell’anno 2007, 44 nel 2006) e superiori a quelli permessi (35/anno) nella stazione di Via Fiorentina. Per quanto riguarda infine il benzene, questo si avvicina al valore limite per la media annuale a regime per l’anno 2010 nella stazione da traffico di Piazza Repubblica; le restanti stazioni registrano valori significativamente inferiori. Nella stazione rurale di fondo di Casa Stabbi ubicata nell’alpe di Catenaia, sia gli ossidi di azoto totali che il biossido di azoto sono a livelli di concentrazione inferiori ai valori limite. “Sono dati – commenta l’Assessore all’ambiente del Comune di Arezzo Roberto Banchetti – che ci forniscono un quadro della situazione che, seppur non particolarmente allarmante rispetto ad altre realtà, anche della Toscana, evidenzia la necessità di interventi strutturali sul sistema della mobilità cittadina, del trasporto pubblico e per lo sviluppo dei mezzi alternativi”.

GLI INQUINANTI SOTTO MONITORAGGIO
MONOSSIDO DI CARBONIO: inquinante primario, si forma dalla combustione incompleta degli idrocarburi presenti nei carburanti e combustibili, situazione che si verifica in prevalenza nei motori degli autoveicoli alimentati a benzina ed in misura inferiore nei motori diesel, negli impianti di riscaldamento e negli impianti industriali.

BIOSSIDO DI AZOTO: inquinante secondario. Sono prodotti per sintesi, alle alte temperature, fra l’ossigeno e l’azoto dell’aria comburente. Le fonti primarie di ossido di azoto totali, derivano dai processi di combustione che avvengono negli autoveicoli, nelle centrali termoelettriche ed altre fonti industriali, commerciali e residenziali che bruciano i combustibili.

PM10: insieme composito di particelle aerodisperse solide e liquide, compresa polvere, sporcizia, fuliggine, fumo e goccioline liquide.
Hanno dimensioni comprese tra 0,005 µm e 50-150 µm (lo spessore di un capello umano è circa 100 µm). La composizione è eterogenea: composti di metalli, fibre, sabbie, ceneri, IPA, polveri di carbone e di cemento, pollini e pneumatici. Unità di misura: µg/mc.

OZONO: inquinante secondario. L’elevata concentrazione di ozono è un fenomeno estivo, legato alla radiazione solare, alle alte temperature e alla presenza di sostanze chimiche (idrocarburi e ossidi di azoto) dette "precursori", che producono ozono, radicali liberi, perossidi e altre sostanze organiche, fortemente ossidanti. Poiché è un inquinante secondario, le elevate concentrazioni di ozono non possono essere attribuite a singole sorgenti, ma piuttosto prodotte dalla combinazione dei precursori emessi dalle sorgenti incontrate dalla massa d'aria nel suo movimento.
Le concentrazioni di ozono, sono influenzate da diverse variabili meteorologiche, tra cui la direzione e la velocità del vento, la stabilità atmosferica, la temperatura e l'intensità della radiazione solare.

BENZENE: inquinante primario. ’ il più semplice dei composti organici aromatici. La soglia di concentrazione per la percezione olfattiva è di 5 milligrammi per metri cubo. Il benzene presente nell'aria deriva da processi evaporativi (emissioni industriali) e di combustione incompleta sia di natura antropica (veicoli a motore), che naturale (incendi). Tra queste, la maggiore fonte emissiva è costituita dai gas di scarico dei veicoli a motore, alimentati con benzina (principalmente auto e ciclomotori). Il benzene rilasciato dai veicoli deriva dalla frazione di carburante incombusto, da reazioni di trasformazione di altri idrocarburi e, in parte, anche dall'evaporazione che si verifica durante la preparazione, distribuzione e stoccaggio delle benzine, ivi comprese le fasi di marcia e sosta prolungata dei veicoli.