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Crisi finanziaria, gli umori dei piccoli imprenditori

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Crisi finanziaria, gli umori dei piccoli imprenditori

Il Presidente Donati indica priorità per sostenere l'economia dopo il sondaggio Confartigianato-Ispo: ‘I piccoli imprenditori 'sentono' la crisi, ma credono nella forza della propria azienda’
Si dicono molto preoccupati per le sorti dell'economia ma, nonostante tutto, fiduciosi nelle potenzialità della propria azienda. E’ questo il quadro che emerge secondo i risultati di un sondaggio condotto da Ispo per Confartigianato su un campione di imprenditori associati.
‘La percezione della crisi finanziaria da parte di artigiani e piccoli imprenditori è chiarissima – dice il Presidente di Confartigianato Imprese Arezzo Giovan Battista Donati – Il 60,5% degli artigiani ritiene molto utile l'intervento dello Stato per affrontare la crisi finanziaria. E, a questo proposito, gli imprenditori non hanno dubbi: l'azione considerata più efficace è, per oltre il 58% del campione, la diminuzione del carico fiscale’.
‘In altre parole la rilevazione fa emergere una percezione molto netta, ma non ancora drammatica, delle difficoltà congiunturali: il 51,8% dei piccoli imprenditori è convinto che nei prossimi mesi la situazione economica italiana peggiorerà – continua Donati – Tuttavia soltanto un terzo degli imprenditori intervistati (34,1%) ritiene che peggiorerà la situazione economica della propria azienda, mentre il 44,3% del campione pensa che resterà invariata, cioè positiva come ora’.
Ma il sondaggio di Confartigianato va oltre e mette in evidenza come siano molto diffusi tra gli artigiani (73% degli intervistati) i timori per l'aumento dei tassi di interesse. Scende invece al 40,5% la percentuale di imprenditori preoccupati per la tenuta dei livelli occupazionali della propria azienda. Il 56% degli imprenditori è poi preoccupato per l'accesso al credito e il 21% ha percepito azioni restrittive da parte delle banche, soprattutto la richiesta di maggiori garanzie e l'incremento dello spread sui tassi di interesse.
Oltre la metà del campione (56%) pensa di far fronte a possibili future esigenze di liquidità per la propria azienda tramite autofinanziamento e il 26% tramite credito bancario. Tra i problemi più gravi denunciati dagli imprenditori in questa fase di crisi, vi sono i ritardi dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione. Infatti, le piccole imprese che forniscono beni e servizi alla PA devono aspettare, in media, 3 mesi e mezzo per essere pagati dalla Pubblica Amministrazione. Ma per 222.000 imprese – pari al 28% di quelle che forniscono beni e servizi alla PA – l'attesa supera i 4 mesi.
‘In sostanza la situazione delle imprese delineata nel sondaggio – sottolinea il Presidente di Confartigianato Imprese Arezzo – rende fondamentali interventi di sostegno all'economia reale. In particolare gli interventi prioritari riguardano il sostegno all'accesso al credito e gli investimenti delle micro e piccole imprese mediante il rafforzamento del sistema dei Consorzi Fidi. Necessario inoltre spostare il versamento dell'Iva al momento dell'incasso delle fatture, fornire misure di tutela delle imprese soggette agli studi di settore; ma anche creare misure sul versamento della II rata di acconto Irpef. Infine ricordiamo l’urgenza di una revisione delle tariffe dei premi assicurativi Inailm e dell’intervento sui tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione mediante la compensazione tra debito tributario iscritto a ruolo e credito di qualsiasi natura vantato dalle imprese nei confronti della PA’.