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Dichiarazione del consigliere comunale Giovanni Pelini (PS)

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Dichiarazione del consigliere comunale Giovanni Pelini (PS)

“Siamo in ritardo con lo sviluppo della raccolta differenziata e convinti che la strada giusta sia quella di stimolare l’utenza, dando a essa gli strumenti necessari, abbattendo i costi tariffari a vantaggio dei volenterosi e incrementandoli invece per gli indifferenti. Ovviamente vanno aumentati anche i punti di raccolta dove l’utente possa disporre i suoi rifiuti adeguatamente e autonomamente ‘differenziati’.
In generale, va applicata una semplice regola: più si differenzia meno si brucia e noi vogliamo essere garanti di questo. Ricordo, per i più distratti, che i socialisti, offuscati in Italia da un bipolarismo sciagurato, sono spesso in Europa maggioranza e qua stanno adottando scelte per un futuro molto più roseo del nostro anche nella gestione dell’ambiente.
Chiaramente non si può non affrontare il tema della seconda linea del termovalorizzatore, rischiando di andare in emergenza, per paura di migliorare quello che abbiamo già e che riuscimmo in passato a realizzare nonostante opposizioni di varia natura. Ma una volta scelte le migliori tecnologie per l’impianto di San Zeno, si tratta di permettere a qualsiasi comitato riconosciuto di attuare forme di controllo con l’ausilio di tecnici di fiducia per analisi e prelievi i cui costi siano a carico di AISA. È un modo per far sì che la filiera dei controlli non si interrompa e il funzionamento dell’inceneritore sia trasparente e tecnicamente monitorato da soggetti diversi da quelli tradizionali come Asl e Arpat.
Ci preoccupa infine lo scenario della gestione dei rifiuti nel nuovo bacino Arezzo-Siena-Grosseto, in quanto già oggi il rapporto tra politica e gestore locale non è del tutto chiaro, figuriamoci in un territorio allargato come quello che si profila. Territorio che, un tempo collegio elettorale, ha conosciuto una storia politica dove i cittadini potevano esprimere democraticamente le loro preferenze per i candidati alla Camera dei Deputati mentre oggi la nuova ‘democrazia’ applica il ‘rifiuto’ di questo strumento senza possibilità di alcuna ‘differenziata’ tra candidati migliori e peggiori”.