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Dichiarazione: di Paolucci, Bianchi, Rossi e Guillaume Mariel

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AREZZO – Dichiarazione dei consiglieri comunali Marco Paolucci, Marco Bianchi e Cristiano Rossi e del segretario cittadino del Prc Guillaume Mariel: «Il gruppo consiliare di Rifondazione Comunista e il circolo di Arezzo esprimono la loro competa adesione alle richieste che le comunità aretine di migranti, numerose associazioni operanti sul territorio e singoli cittadini aretini hanno presentato al sindaco Giuseppe Fanfani relativamente all’ordinanza che impone la chiusura anticipata alle 21 dei phone center, internet point, money transefers.
Questi esercizi rappresentano per i cittadini stranieri che hanno scelto di vivere e lavorare ad Arezzo, un servizio essenziale per mantenere contatti e relazioni con le famiglie e i parenti dei paesi di origine e per trasferire denaro. Ma i phone center hanno assunto da qualche tempo anche il ruolo sociale di luogo di incontro per le comunità che, per ovvie ragioni legate alla permanenza delle loro famiglie in paesi con un fuso orario diverso dal nostro e per semplici motivi di orario di lavoro, viene vissuto alla sera. Se noi aretini frequentiamo bar, pub, circoli e centri sociali i cittadini stranieri si possono incontrare anche nei phone center per poter così frequentare i propri connazionali.
Nell’ordinanza del sindaco si adducono motivazioni legate all’ordine pubblico e alla sicurezza, poiché in alcuni esercizi vengono venduti alcolici, creando in una certa clientela situazioni di disturbo alla quiete. Ma i primi a essere vittime di questo disturbo sono le famiglie dei migranti stessi che frequentano i phone center. È anche evidente per chiunque che lo stesso problema lo si può riscontrare anche nei pub, birrerie, bar frequentati da aretini D.O.C.
La nostra città deve, in questo difficile periodo per chi crede nella convivenza pacifica e armoniosa tra le differente culture e i differenti popoli, cercare le soluzioni più avanzate dal punto di vista sociale, culturale e umano. Non è quindi sostenibile una discriminazione a sfavore di chi è semplicemente straniero.
I problemi che possono derivare dalla presenza di situazioni di marginalità e devianza, sia nel caso di cittadini italiani che stranieri, si risolvono, a nostro avviso adottando misure giuste ed efficaci. Chiudere alle 21 i phone center non risolverà certamente il problema della devianza e della marginalità in città, non farà che raggruppare in altri luoghi già esistenti le situazioni di disagio sociale per le quale i phone center cittadini sono diventati una sorta di porto franco.
È dunque essenziale rivedere l’ordinanza e trovare soluzioni realmente efficaci che consentano la convivenza pacifica di tutti: chiediamo quindi al sindaco Fanfani di promuovere al più presto un incontro tra i gestori degli esercizi, la comunità dei migranti e gli assessorati all’integrazione e al commercio per identificare insieme una soluzione di più alto profilo possibile. Solo condividendo obiettivi e soluzioni si potranno ottenere i migliori risultati, nell’interesse della città e di tutti i cittadini che la compongono.»