“Le difficoltà del settore sono evidenti anche se le nostre imprese risentono della crisi meno di altre, essendo non solo maggiormente flessibili ma anche orientate verso il mercato delle ristrutturazioni e dei recuperi. Nonostante questo abbiamo comunque deciso di dare il nostro contributo riducendo la quota associativa dal 9,86% al 9,15%”.
Il Falea, il fondo bilaterale dell’artigianato edile, ha deliberato questa riduzione nel corso dell’ultima riunione del Consiglio d’amministrazione. Il Falea rappresenta 850 ditte edile che danno lavoro nel corso dell’anno ad una media di 3.000 addetti.. “L’andamento del settore edile risente del calo dei grandi lavori pubblici. Questo determina un effetto negativo a catena su tutto il sistema delle costruzioni. Le piccole imprese hanno comunque maggiori margini di manovra anche in relazione al sempre più diffuso interesse alla manutenzione ed alla qualificazione del patrimonio immobiliare esistente. Non è quindi un caso – sottolinea il Falea – che la visione del settore dal nostro angolo di osservazioni risulti meno negativa che da altro. Registriamo infatti un aumento del cosiddetto ‘monte salari’, cioè del totale dei salari erogati ai dipendenti delle nostre aziende associate sia un incremento delle ore lavorate”.
Secondo il Falea, un contributo alla stabilizzazione ed alla qualificazione del settore edile è stato dato dall’applicazione del Durc, cioè del documento unico di regolarità contributiva. “Ha indubbiamente sostenuto il processo di regolarizzazione del settore ed il passaggio di molte azienda dalla zona “grigia” della non completa applicazione delle normative a quella della trasparenza e della regolarità. L’applicazione delle leggi è la condizione indispensabile non solo per qualificare il settore ma anche per garantire la concorrenza tra le imprese”.