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Giornata internazionale del gioco

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AREZZO – La Società della Salute del Casentino, in collaborazione con il Comune di Chiusi della Verna, la Provincia di Arezzo, la Comunità Montana del Casentino, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e gli sponsor Tecnolegno Fantoni e Miniconf, promuove per il prossimo 8 di Giugno presso il Centro Civico e il Parco Giochi del Corsalone la Giornata Internazionale del Gioco, per celebrare un’iniziativa lanciata con successo nel 2003 dall’Associazione Internazionale delle Ludoteche (ITLA con l’adesione del Centro Internazionale Ludoteche (CIL), dell’Associazione Italiana dei Ludobus e delle Ludoteche (ALI per giocare) e dell’Associazione Nazionale delle Città in gioco (GioNa). Lo slogan nazionale “Un mondo che gioca ogni giorno”, vuole proprio sottolineare la dimensione quotidiana del gioco, principalmente per i bambini, come sostiene la Carta dei diritti dei Bambini ma anche per gli adulti, per gli anziani, per i cittadini, che attraverso il gioco possono trovare l’opportunità di recuperare e riscoprire tempi e spazi di qualità che nella vita di tutti i giorni sono spesso dimenticati. Abbiamo intervistato la professoressa Graziella Magherini psichiatra psicoanalista, membro didatta dell’Associazione Italiana di Psicoanalisi e dell’International Psychoanalytic Association, nonché attuale presidente dell’International Association for Art and Psychology, autrice del celebre libro “La sindrome di Stendhal”, che sarà presente come relatrice al convegno che si terrà al centro Civico del Coralone il prossimo 8 di giungo a partire dalle ore 10.00.

Un pò come succede nel Piccolo Principe, gli adulti associano il gioco a qualcosa di leggero, ad un passatempo. In realtà il gioco è una cosa seria… Cosa ne pensa dell'atteggiamento ricorrente dei genitori nei confronti del gioco, dell'impegno serio dei propri figli?
Il gioco è più che una cosa seria, e' più antico della cultura. La funzione del gioco è la funzione che presiede all'articolazione della civiltà. L'uomo si rivela non tanto per la sua razionalità ma per l'istinto di organizzare il proprio tempo-spazio in quell'operazione che ha infinite varianti che è l'operazione del gioco.
Il gioco comincia prestissimo, all'inizio della vita e prosegue sino alla fine dell'esistenza. Naturalmente cambiano le modalità, le esperienze del gioco
dal lattante, al bambino, all'adolescente, all'adulto, all'anziano.
I genitori potranno capire , favorire e rispettare i giochi dei propri figli, tanto più quanto più essi-genitori sono in grado di giocare e di porsi in un rapporto creativo col mondo. Non dimentichiamo che mentre gioca e forse soltanto mentre gioca il bambino (e l'adulto) è libero di essere creativo.

"…l'uomo è pienamente tale solo quando gioca", diceva Schiller. In che senso si può affermare questo?
"l'uomo è pienamente tale solo quando gioca"
Vi è una differenza tra il vivere creativo e il semplice vivere. L'uomo mentre gioca riesce a far "giocare" diverse parti della sua personalità, quindi è "intero", integra sensibilità e razionalità. La mancanza del gioco rischia scissione, rigidità, uniformità, non armonia.

Cosa "si impara" giocando?
Giocando si impara: attraverso il gioco si anima la fantasia, la fantasia crea nuovi simboli, i simboli sono i "mattoni" del pensiero. La nascita e la crescita del pensiero ha alla base la capacità di fantasticare, sognare, giocare. L'inibizione al gioco nei bambini, ad esempio, porta conseguenza serie in riferimento allo sviluppo dell'intelligenza.

Secondo lei c'è oggi un adeguato e pratico impegno sociale e politico nei confronti del diritto fondamentale al gioco?
Qui si aprono molti temi e problemi della contemporaneità: l'eccedenza attuale di stimoli attraverso i numerosi "materiali di gioco" offerti ai ragazzi alimentano o opacizzano la fantasia? La TV e i videogiochi sono fattori di crescita o contengono elementi di rischio? Genitori indaffarati si si servono di questi materiali di gioco per saturare desideri e bisogni non soddisfatti dei propri figli?
Materiali e spazi destinati ai giochi sono presenti anche nelle scuole, nelle ludoteche etc. L'interrogativo è aperto: c'è spazio mentale negli adulti per accogliere i diversi ritmi di crescita, la variabilità di apprendimento e comportamento dei bambini e ragazzi o si impongono stimoli indiscriminati?
Sarà interessante il dibattito e ascoltare le esperienze di genitori e insegnanti in questo incontro di studio.