Home Cultura e Eventi Cultura I ‘Mecenati dell’arte’

I ‘Mecenati dell’arte’

0
I ‘Mecenati dell’arte’

AREZZO – I dipinti, realizzati da Luigi Ademollo, nella Pieve di Arezzo, di particolare importanza e bellezza, versavano in condizioni davvero gravi, tant’è che lo stesso Vittorio Sgarbi, durante una sua visita in città, notò e denunciò lo stato di degrado delle pitture.
Nel 2004 furono finanziati, in parte, i lavori dalla Soprintendenza di Arezzo e dalla Parrocchia della Pieve. Anche il circolo Soroptimist di Arezzo dette un proprio contributo per questo importante intervento. Ma la mancanza di fondi e le rilevanti dimensioni delle superficie affrescate (circa 200 mq) compromisero la fine del restauro.
Oggi, grazie al generoso contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, è stato possibile recuperare questo luogo, fondamentale tanto per la comunità parrocchiale, quanto per i migliaia di visitatori che ogni giorno si recano nella Pieve aretina. La Chiesa,uno degli esempi più notevoli del romanico in Toscana, è, infatti, insieme alla Cattedrale, la più antica e maestosa di Arezzo dove sono conservate opere di notevole pregio.
Con il restauro, effettuato sotto la direzione di Paola Refice della Soprintendenza di Arezzo ed eseguito dalla qualificata ditta Studio Tre di Arezzo, sono stati recuperati i vivaci colori, offuscati dai fumi e dalle polveri e dilavati dalle infiltrazioni piovane, delle scene raffiguranti episodi del Vecchio e Nuovo Testamento. La tinteggiatura delle parti residue, un nuovo impianto illuminante e la sistemazione di arredi ed il trattamento al pavimento hanno completato l’intervento.
La Cappella, costruita a seguito di un evento miracoloso nel 1593, fu, poi, ingrandita alla fine del diciottesimo secolo e dipinta interamente, a tempera di calce, dall'Ademollo nel 1815 come testimonia la firma dell'artista, nella parte bassa a sinistra nell'abside, “Luigi Adamollo” e la data emersa durante la fase di pulitura.

Sempre il mecenatismo privato, in questo caso la generosità della signora Enrica Botten (che ha donato questo restauro in memoria del marito), ha permesso il recupero di una Via Crucis, una serie di quattordici tele commissionate dal Vescovo Agostino Albergotti a Luigi Ademollo per la Cattedrale aretina. Singolare è la fonte di ispirazione per l’iconografia di questi dipinti, che fu, oltre ai Vangeli, il racconto della Passione tratto dal "Gesù Penante" scritto dallo stesso Vescovo nel 1815. L'elemento conduttore è l'intensa carica emotiva, ottenuta con l'accentuazione della drammaticità degli eventi, l'evidenza dei fatti, l'esasperazione dei gesti e dei volti. I piani compositivi si articolano con incastri di linee diagonali dominati dal Cristo e dalla croce.
Il restauro, che è stato condotto con la consueta perizia da Daniela Galoppi, ha ristabilito la stabilità del supporto e del colore e l'intervento pittorico ha ripristinato l'equilibrio cromatico.

Luigi Ademollo nasce a Milano nel 1764, frequenta l'Accademia di Brera, nel 1785 è a Roma e nel 1788 a Firenze dove vince il concorso per la decorazione del teatro della Pergola.
Ebbe un considerevole successo grazie alle sue capacità di decoratore accompagnata da una considerevole cultura letteraria. A Firenze intervenne nella cappella di Palazzo Pitti ed in varie sale dello stesso palazzo, alla Basilica della Santissima Annunziata, nei palazzi Pucci e Capponi, lavorando anche per chiese nel bergamasco e nel bresciano, a Lucca, Livorno, Pisa, Siena. Dimostra con le sue pitture, oltre ad una notevole abilità tecnica nella pittura murale e su tela, una conoscenza non comune dell'Antico e del Nuovo Testamento, della mitologia e dell'archeologia. È uno dei maggiori esponenti del Neoclassicismo italiano con una amplissima produzione non ancora del tutto censita. Muore a Firenze nel 1849.

L’inaugurazione avrà luogo venerdì 13 giugno alle ore 17.00 nella Pieve di Arezzo per poi proseguire la visita alla Cattedrale. Interverranno i rappresentanti delle autorità civili e religiose ed illustreranno i lavori i restauratori.