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Impiantisti, ecco la legge

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Impiantisti, ecco la legge

AREZZO – E’ finalmente legge la nuova normativa per gli impianti. “La sua entrata in vigore – sottolinea Ubaldo Manganelli, Presidente Unione Impiantisti e Manutentori Cna Arezzo– era attesa per il 1 gennaio, comunque, non è mai troppo tardi, tanto più che correvamo il pericolo di un'applicazione anche per gli installatori di impianti del Testo unico dell'edilizia”.
Tra le novità principali previste dal decreto c'è l'innalzamento temporale di alcuni periodi di inserimento per ciò che concerne i requisiti tecnico-professionali e l'ampliamento del campo di applicazione a tutte le tipologie di impianti posti al servizio degli edifici indipendentemente dalla relativa destinazione d'uso.
“Se consideriamo che nel testo non sono previste indicazioni sulla fase transitoria di prima applicazione della nuova disciplina – afferma Manganelli – sarebbe necessario consentire a tutte le imprese regolarmente iscritte che abbiano già svolto l'attività nelle categorie di edifici e per le tipologie di impianti escluse fino a oggi dalla legge n. 46/90, la possibilità di conseguire il riconoscimento della relativa qualificazione professionale”.
Altri problemi potrebbero sorgere per quanto riguarda la progettazione degli impianti. Secondo il decreto il progetto da parte del professionista iscritto all'albo sarebbe obbligatorio per l'installazione, la trasformazione e l'ampliamento degli impianti al di sopra di soglie dimensionali che gli artigiani della CNA ritengono basse. Il rischio, è che possa costare più il progetto che l'intervento stesso con conseguente aumento di oneri e adempimenti burocratici per il cittadino senza alcun beneficio reale per la sicurezza.
“Pensiamo che si debba ricorrere alla progettazione da parte di un professionista – conclude il dirigente di Cna – solo per l'installazione di un nuovo impianto o il rifacimento, la reale trasformazione e l'ampliamento strutturale di un impianto esistente per lavori che necessitano della denuncia di inizio attività, mentre per lavori di manutenzione straordinaria, di minore complessità, o comunque non subordinati alla Dia, possa essere sufficiente un progetto redatto dal responsabile tecnico dell'impresa”.