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India, 14 le vittime delle violenze anti-cristiane

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NUOVA DELHI – Sale il bilancio delle vittime delle violenze contro cristiani nello stato indiano di Orissa, dove 14 persone sono rimaste uccise, secondo quanto riporta la Misna citando una nota inviata dall'ufficio della diocesi di Sambalpur. In cui si specifica la lista degli obiettivi presi di mira dagli estrmisti indù: 42 chiese bruciate, di cui una decina pentacostali e battiste, tre conventi cattolici, cinque ostelli, sette centri pastorali e circa 300 case date alle fiamme o danneggiate. "Per domani è stata convocata una riunione dei capi religiosi delle confessioni cristiane, musulmani e indù a Sambalpur, per discutere della situazione e come riappacificare le comunità'' ha detto alla MISNA padre Alphonce Toppo segretario del vescovo di Sambalpur. Nonostante il dispiegamento della polizia, la situazione resta tesa, soprattutto nelle zone rurali dove le forze dell'ordine non arrivano, ha detto il religioso.

"Siamo molto preoccupati per gli sfollati – ha poi aggiunto – difficile dire quanti siano, che per fuggire dalle violenze sono scappati nelle foreste, e sono lì da quattro giorni senza cibo né acqua. In quelle zone la foresta è molto fitta e neanche la polizia sa bene come trovare e riportare indietro queste persone" mentre le autorità locali stanno prendendo i primi provvedimenti per creare centri di accoglienza.

Le violenze dei gruppi radicali indù Vhp (Forum mondiale indu), Bajaral Dal e Rss (Corpi volontari nazionali) sono stati condannati da più rappresentanti politici dell'opposizione, ma nessuna aperta condanna è finora giunta da capo dell'esecutivo dell'Orissa, Naveen Patnaik, il cui partito di governo è alleato nel Bharatiya Janata parti, partito nazionalista indu' vicino ai movimenti radicali.

Intanto migliaia di scuole cristiane domani rimarranno chiuse in India in segno di protesta. E' stato l'Indian church network, cui fa parte la conferenza dei vescovi cattolici indiani, quella evangelica e il National council of churches dell'India, a lanciare l'appello agli istituti religiosi cristiani affinché partecipino domani all'iniziativa di protesta. "La maggioranza dei circa 30mila istituti scolastici ed università cristiane del paese ha risposto al nostro appello" ha dichiarato Madhu Chandra, segretario regionale dell'All India Christian Council (AICC) denunciando il fatto che i gruppi estremisti indù "si sono impossessati della legge nello stato di Orissa". "E' in gioco non solo la libertà di coscienza di una minoranza ma anche la democrazia laica dell'India" ha aggiunto sottolineando che le violenze "devono essere fermate". "Vogliamo che questo messaggio arrivi alla popolazione: per questo, con grande dispiacere ed angoscia, abbiamo preso la decisione di chiudere le scuole. Speriamo – ha concluso – che i genitori comprendano le pericolose conseguenze delle violenze nello stato di Orissa".