DAL MONDO – Sono più di 100.000 i bambini keniani costretti a vivere nei campi profughi a causa delle violenze seguite alle elezioni presidenziali del 27 dicembre scorso. Lo rivela un dettagliato articolo del 'Daily Nation', il più prestigioso quotidiano del Kenya, nel quale si precisa che la maggior parte di questi bambini è alloggiata in diversi campi profughi nella Rift Valley e intorno a Nairobi. A Eldoret, circa 4200 studenti elementari frequentano corsi scolastici improvvisati nelle strutture di accoglienza alla periferia della città, mentre oltre 30 bambini sono nati nello stadio di Nakuru, che per giorni ha ospitato alcune migliaia di sfollati. Nei pressi della stazione di polizia di Naivasha, dove da settimane alcune centinaia di persone si sono accampate nel timore di essere vittime di aggressioni, circa 300 bambini vivono senz'acqua e le condizioni igieniche minime. Gli operatori umanitari temono il diffondersi di infezioni e malattie; a farne le maggiori spese, ancora una volta, sarebbero proprio i più piccoli, le cui difese immunitarie sono troppo deboli. "I bambini sono in cima alle nostre priorità e siamo molto preoccupati del trauma psicologico causato dall'aver assistito alle violenze e dal fatto di vivere nei campi" ha ricordato oggi il coordinatore degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite, John Holmes durante una conferenza a Nairobi in cui ha sostenuto che sarebbero oltre 600.000 gli sfollati in Kenya a causa delle violenze. "Ci sono circa 300.000 persone nei campi e probabilmente altrettante fuori, che sono tornate nelle loro terre di provenienza o hanno trovato rifugio da amici e vicini da qualche parte" ha detto il responsabile Onu.