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L’abbazia di Santa Trinita in Alpe: storia, architettura, cultura

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L’abbazia di Santa Trinita in Alpe: storia, architettura, cultura

Alla fine del X secolo, in Pratomagno, sorse un grande monastero, quello di Santa Trinita in Alpe. Oggi di questa abbazia restano solo alcune rovine nascoste nella boscaglia. Della sua storia e delle vicende politiche ed economiche che interessarono i monaci e gli abitanti della zona, dal X al XVII secolo, ne parleranno sabato 20 settembre, dalle ore 10, gli studiosi che parteciperanno alla IV edizione dei “Colloqui di Raggiolo” (Raggiolo – Sala dei Còrsi). L’iniziativa è promossa dalla facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo e dalla Brigata di Raggiolo.

«Quelle rovine», spiega Andrea Barlucchi, docente di Storia medievale della facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo, «ci interrogano su buona parte del Medioevo aretino: sul perché questo grande monastero sorse in quel luogo ma anche sulle cause del dissesto economico e insediativo che portò l’area dove si trova l’abbazia a divenire marginale e insignificante. Quando il monastero fu fondato, per volontà degli imperatori del Sacro Romano Impero della dinastia ottoniana», prosegue Barlucchi, «in quell’area si intrecciavano importanti vie di comunicazione. C’era, in particolare, la strada che dalla Valdambra risaliva in Valdarno e si incrociava con la Setteponti. L’abbazia era quindi in una posizione strategica. Sulle cause del suo decadimento gli storici stanno ancora discutendo: si pensa siano da ricercare nella crisi economica del 1300».

L’indagine degli studiosi attualmente si basa su dati documentari che, sia pure in quantità limitata, rimangono presso l’Archivio di Stato di Firenze e l’Archivio Capitolare Aretino, e dall’osservazione di quanto è sopravvissuto in termini architettonici.

Alla giornata di studio, coordinata da Giovanni Cherubini dell’Università di Firenze e Paolo Pirillo dell’Università di Bologna, interverranno Ivo Biangianti, Pierluigi Licciardello e Andrea Barlucchi della facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo. Valentina Cimarri dell’Università di Firenze proporrà una ricostruzione virtuale dell’abbazia e del suo campanile che doveva essere alto circa trenta metri. Giampaolo Francesconi della Società pistoiese di storia patria parlerà del Casentino fra circuiti signorili e ideali di Riforma (secoli X- XIII). Approfondimenti sull’origine di Santa Trinita saranno proposti da Alberto Fatucchi, dell’Accademia Petrarca. Don Silvano Pieri dell’Archivio capitolare aretino parlerà dei momenti di vita della Badia dal XIII al XVI secolo. Interverrà anche Francesco Salvestrini dell’Università di Firenze.