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“La moratoria dell’aborto, una battaglia laica di civiltà”

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“La moratoria dell’aborto, una battaglia laica di civiltà”

AREZZO – Dichiarazione di Francesco Francini, Consigliere Nazionale Udc: “Come Capogruppo al Comune di Arezzo e come dirigente nazionale dell’Udc do il mio pieno appoggio alla proposta di moratoria dell’aborto. L’iniziativa, presa dal direttore del “Foglio” Giuliano Ferrara, non vuole essere in nessun modo un atto di condanna verso quelle donne che drammaticamente approdano alla scelta di non fare nascere il proprio figlio né, tanto meno, una guerra di religione. Anzi la moratoria dell’aborto, vuole e deve essere un faro acceso sull’uso che dell’aborto viene fatto, essendo dimostrato che questo oggi è sempre più strumento eugenetico e di selezione della razza in base alle sue caratteristiche prima di tutto sessuali. Un esempio eclatante è quello della Cina dove, in base a un calcolo scientifico-statistico, mancano ogni anno all’appello delle nascite circa 250mila BAMBINE, e ciò in forza delle politiche demografiche messe in atto nello Stato asiatico, con pene sia di carattere penale che di carattere economico qualora l’imposizione del figlio unico non venga rispettata.
Noi aretini siamo sempre stati un popolo sensibilissimo alle iniziative umanitarie, mi riferisco ad esempio alla recente e giusta campagna di moratoria internazionale per la pena di morte a causa della quale nel mondo sono uccise ogni anno circa 6mila persone. Per aborto, invece, solo in Italia ogni anno non vengono alla luce circa 140mila bambini. L’Italia ha vinto la battaglia per la moratoria universale della pena di morte; oggi si faccia paladina di questa seconda ma altrettanto importante battaglia di civiltà.
Il 2008 è l’anno in cui si celebra il 60° anniversario della dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo che, all’articolo 3, sancisce: “Ogni individuo ha diritto alla vita”. Bene, noi chiediamo che quest’articolo debba essere così emendato: “Ogni individuo ha diritto alla vita, dal momento del suo concepimento fino alla sua morte naturale”. Ogni persona di buona volontà non ideologizzata e non condizionata da pregiudizi prenderà sicuramente atto che questa è una battaglia laica di civiltà, perché l’aborto non sia più uno strumento data in mano ai poteri politici ed economici dei vari paesi, soprattutto quelli totalitari, usato per regolare il numero delle nascite o per selezionare, come facevano i nazisti, le caratteristiche genetiche che i nascituri dovranno avere”.