
TORINO – Tre linee di produzione, 450mila tonnellate di rifiuti selezionati che saranno trattati ogni anno per 20 anni a un prezzo di 96 euro a tonnellata, un investimento di 452,3 milioni di euro, sostenuto al 20% dagli enti locali e all’80% dal sistema bancario in project financing. Sono questi i numeri chiave del nuovo impianto di termovalorizzazione che la TRM Spa (società pubblica partecipata da 47 Comuni piemontesi e di cui quello di Torino detiene oltre il 90% del capitale sociale) progetterà, realizzerà e gestirà a Gerbido, nella cintura del capoluogo piemontese.
Il nuovo impianto, che produrrà energia elettrica e calore bruciando la frazione secca dei rifiuti urbani e assimilati frutto della raccolta differenziata e della selezione nei comuni che partecipano all’impresa, ha già ottenuto le autorizzazioni per l’ottenimento della VIA e dell’AIA (valutazione d’impatto ambientale e autorizzazione integrata ambientale); successivamente la società ha predisposto gli atti di gara per la costruzione e la commissione giudicatrice sta esaminando le tre offerte presentate. L’apertura del cantiere è prevista per aprile-maggio 2008. L’impianto entrerà in esercizio il 1° gennaio 2011. La gara per il finanziamento dell’opera (360 milioni di euro) è stata vinta nei giorni scorsi da BNP Paribas, che ha battuto altri due raggruppamenti di banche. TRM SpA è stata poi ammessa al finanziamento della linea base da parte della BEI per un massimo di 180 milioni di euro, in virtù della redditività del Piano economico finanziario presentato e del rispetto delle direttive europee in materia di tutela ambientale.
“Si tratta – dice Bruno Torresin, amministratore delegato di TRM Spa – d’un risultato di grande rilevanza economica e industriale per il settore, che testimonia l’interesse da parte del sistema bancario a partecipare al finanziamento di buoni progetti per la realizzazione di moderni impianti di termovalorizzazione equipaggiati delle migliori tecnologie, in grado d’ottimizzare il ciclo termico e il rispetto dei vincoli di compatibilità ambientale e della salvaguardia della salute dei cittadini”.
“Progettazione d’avanguardia – afferma il presidente di Federambiente, Daniele Fortini –, concertazione istituzionale, simbiosi tra Comuni e azienda operatrice, confronto aperto con la società civile insieme alle capacità del management dimostrano che in Italia si fanno anche cose eccellenti. Siamo convinti – conclude Fortini – che Torino diventerà un modello”.