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Lucio Manisco: la sua dichiarazione di voto

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Lucio Manisco: la sua dichiarazione di voto

Il noto giornalista Lucio Manisco, esperto di problemi internazionali, e già parlamentare nazionale ed europeo per Prc e Pdci, ha annunciato il suo voto al Partito Comunista dei Lavoratori.
Ci fa enormemente piacere che un compagno di lungo corso come Lucio abbia scelto di schierarsi con il Pcl, ci auguriamo che il suo esempio venga seguito da molti altri il 13 e 14 aprile.

DICHIARAZIONE DI VOTO DI LUCIO MANISCO
PERCHE’ SOSTENGO E VOTO IL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI DI MARCO FERRANDO, FRANCO GRISOLIA, EUGENIO GEMMO E DEGLI ALTRI SUOI CANDIDATI NELLE ELEZIONI DEL 13-14 APRILE 2008.

Perché le alternative sono votare per:
– Una tendenza culturale di un ex-partito liquidato e liquefatto in un cartello elettorale arlecchino più che arcobaleno da frullare poi in un progetto di sinistra europea mai decollato e che non potrà mai decollare per la diffidenza d’oltralpe nei confronti del suo ideatore e dei suoi trascorsi;
– Per dei deputati e senatori pacifisti, antimilitaristi e socialisti che nell’ultima legislatura hanno votato con riluttanza più o meno palese per il finanziamento delle missioni belliche nazionali in medio oriente, per gli aumenti dei bilanci della difesa e per un’interrotta devastazione dello stato sociale;
– Per il bipartito trasversale veltrusconiano i cui unici comuni denominatori sono la subordinazione servile alla superpotenza statunitense, la partecipazione alle sue fallimentari guerre neo-coloniali, la sottaciuta corresponsabilità per la tortura e la violazione dei diritti umani codificate e legalizzate dal presente inquilino della Casa Bianca e da tutti i candidati alla sua successione, l’adesione al modello economico di una globalizzazione a stelle e strisce che sta precipitando il mondo intero in una crisi peggiore di quella del 1929, la resa incondizionata al fondamentalismo religioso, oscurantista, anti-islamico, papista dei Ratzinger & Co.;
– L’astensione, la non partecipazione cioè a quella che a tutti gli effetti nei metodi e nella sostanza è una competizione elettorale falsata, sotto molti aspetti fraudolenta, gestita da una casta indegna e corrotta; è una scelta motivata e meritevole di rispetto ma che non mi sento di condividere perché presumo di conoscere i presupposti e di poter anticipare la catastrofe che incombe sul mio paese, sui suoi lavoratori, sul mondo intero; perché l’esperienza storica e quella personale negli Stati Uniti mi ha insegnato che dall’astensione di massa traggono linfa vitale i sistemi capitalistici più autoritari e liberticidi soprattutto quando l’economia va a rotoli. E a chi mi dice che un voto per il Partito Comunista dei lavoratori è un voto di testimonianza, minoritario ed ininfluente rispondo con la battuta di Robert Kennedy poco prima del suo assassinio quando ascoltava le mie invettive contro la guerra nel Vietnam: “Hai ragione ma è sempre meglio mantenere accesa la fiammella di una candela che trascorrere il resto dell’esistenza a maledire le tenebre”.
Il Partito Comunista dei lavoratori non si limita a maledire le tenebre ma cerca con determinazione e coraggio di gettar luce sulle uniche, praticabili vie d’uscita dal baratro aperto dal capitalismo mondiale e da quello straccione italiano, partendo dall’assioma che il comunismo è il movimento che abolisce lo stato di cose presente. E non una tendenza culturale.
E’ il partito i cui fondatori si sono sempre battuti contro la guerra senza se e senza ma, respingendo l’ignobile versione del “ni alla guerra senza me e poi chi sa, ti ritiri tu, tiritirità”; chiede il ritiro immediato delle truppe italiane dalle missioni che sono tutto fuorché di pace ma sotto comando statunitense contribuiscono alla sanguinosa repressione della resistenza all’occupazione militare in Irak e in Afganistan e a quella israeliana nei territori occupati. E di fronte all’incombente minaccia di un’offensiva aeronavale statunitense e israeliana contro l’Iran denunzia con sdegno il proposito di un ex-ministro della difesa e dell’Ambasciatore a Washington secondo cui l’Italia “farà la sua parte” in un’anticipata grande guerra mediorientale.
E’ il partito dei lavoratori, con i lavoratori, per i lavoratori che sa benissimo di chi saranno le lacrime e il sangue nell’anticipazione programmatica del pregiudicato che con o senza inciuci assumerà le redini del potere dopo il 14 del corrente mese; non saranno certo le lacrime e il sangue dei correntisti multimiliardari nelle banche del Lichtenstein. E’ il partito che vuole restituire al controllo dei piccoli risparmiatori quelle banche rette da vere e proprie organizzazioni criminali che li hanno frodati con rapine tipo Parmalat, Cirio, “subprime loans” e derivati. E così con i salari minimi ai disoccupati, con i precari impiegati a tempo indeterminato, con il diritto alla casa incentivato come nel resto d’Europa da una tassazione progressiva sui proprietari che le tengono a lungo sfitte.
E poi, viva la faccia, è l’unico partito laico, laicista, anticlericale che di fronte alle selvagge invadenze nella sfera dei diritti civili e in quella legislativa e istituzionale della nostra repubblica propone misure correttive come la restituzione allo stato dei privilegi fiscali sugli edifici non di culto ammontanti a più di sei milioni di euro elargiti a piene mani da tutti i precedenti governi papisti di destra e di sinistra, la confisca dei beni ecclesiastici dediti al lucro e acquisiti con i metodi pre-unitari del patrimonium sancti petri, l’abrogazione dei finanziamenti anticostituzionali delle scuole private e via dicendo.
Voterò così per il Partito Comunista dei Lavoratori anche per non venire a vie di fatto con la mia immagine quando mi farò la barba dopo il 14 aprile del 2008 sulle note di God bless America.

Articlolo scritto da: Lucio Manisco – Partito Comunista dei Lavoratori