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Maxifrode fiscale per 110milioni di euro, denunciate 14 persone

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Maxifrode fiscale per 110milioni di euro, denunciate 14 persone

AREZZO – Al termine di una complessa ed autonoma attività d’indagine, il Nucleo Polizia Tributaria di Arezzo ha scoperto un maxi giro di fatture false per circa 50 milioni di euro, finalizzato a frodare il fisco e a commercializzare sul territorio nazionale capi di abbigliamento prodotti sulla base di modelli di note case di moda.

Attraverso l’incrocio delle risultanze acquisite dalle banche dati, l’attenzione dei finanzieri si è concentrata sul suddetto fenomeno evasivo, piuttosto che sui singoli soggetti isolatamente considerati.
Una volta acquisito il quadro investigativo, sono state intraprese 14 verifiche fiscali e 3 controlli sulla normativa antiriciclaggio.
L’intera operazione, durata oltre un anno, ha permesso di segnalare per il recupero a tassazione circa 80 milioni di euro in materia di imposte dirette, circa 35 milioni di I.V.A., nonché di denunciare all’A.G. 17 persone per i reati che vanno dall’emissione ed utilizzo di fatture false, all’omessa dichiarazione di ricavi e di operazioni imponibili I.V.A., all’occultamento di documenti contabili, oltre, al falso materiale ed abuso di sigilli e strumenti veri.

Sono state altresì segnalate alle Autorità competenti n. 10 persone per violazioni alla normativa antiriciclaggio, avendo questi trasferito denaro contante per oltre 9 milioni di euro.
Il sistema evasivo, che ha interessato gli anni d’imposta dal 2002 al 2007, è risultato da subito molto insidioso e scientemente fraudolento essendo incentrato su alcune aziende che, caratterizzate da una breve vita operativa ed aventi esclusivamente la funzione di “cartiere”, difatti, sono poi risultate prive di ogni documentazione amministrativo-contabile ed utilizzate esclusivamente per l’emissione di false fatturazioni di cui erano destinatari imprese operanti nel settore tessile.
Quest’ultime, oltre a beneficiare dei falsi documenti contabili, effettuavano a loro volta cessioni, puramente cartolari, di abbigliamento nei confronti di società estere (austriache, polacche e tunisine), artatamente precostituite e sempre riferibili ai medesimi soggetti italiani, in quanto utilizzate solo per dissimulare effettive operazioni commerciali avvenute sul territorio nazionale nei confronti di soggetti economici di impossibile identificazione.
Tutto ciò è stato possibile in quanto, le reali operazioni sottostanti, sono state a loro volta mascherate dall’interposizione e dalla strumentalizzazione di ulteriori aziende, risultate tutte evasori totali e riconducibili agli stessi attori, di cui, alcune esistenti ma decotte o fallite, ed altre costituite, di fatto, ed operanti in via del tutto sconosciuta al fisco, sostenendo le transazioni finanziarie esclusivamente in contanti.