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“Oltre la notte” una mostra di Fabio Calvetti

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AREZZO – La Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Piazza San Francesco raddoppia: accanto alla mostra “Xavier e Antonio Bueno – Identità e diversità di due fratelli pittori” che durerà fino al 17 agosto, l’assessorato alla cultura del Comune di Arezzo propone da giovedì 10 luglio, inaugurazione alle 18, sempre fino a domenica 17 agosto “Oltre la notte” di Fabio Calvetti, a cura di Giovanni Faccenda, Fabio Migliorati e Pasquale Macrì, una monografia dell’artista accompagnata da poesie di Alda Merini.
“Calvetti riesce a scorgere i mille volti delle donne – ha dichiarato il presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Caroti – quello che non dicono ma che si legge nelle loro pose ed espressioni. Basta un taglio diverso e l’effetto cambia, il sentimento è di speranza, attesa o dolente rassegnazione. Ringrazio Calvetti per l’opera che ha inteso donare alla città, ‘Tempo sospeso’, sarà mia cura portarla alla visione dell’intero Consiglio Comunale come è oramai prassi con gli artisti che omaggiano Arezzo con una loro creazione”.
“Grazie di cuore all’amministrazione comunale – ha proseguito l’artista – per l’ospitalità concessa al mio lavoro d’atmosfera, realizzato appositamente per Arezzo. Quando all’estero presento i miei quadri sento indubbiamente di vivere la situazione con maggiore libertà, qua non posso che provare il condizionamento della straordinaria storia di questa città che fa parte della ‘mia’ Toscana”.
“Il pittore di Certaldo – ha precisato Fabio Migliorati – della Neofigurazione italiana, intimista, metropolitano e notturno, espone numerosi dipinti su tavola dedicati all’universo femminile e ai suoi pensieri più intimi. Definirei l’arte di Calvetti con tre parole: assenza, attesa, assuefazione. La sua è una riduzione della realtà a un attimo freddo e condensato da cui trarre tuttavia il realismo della vita. Il colore è vissuto, come tatuato sulla tela, l’intera opera è fortemente connotata in senso esistenzialista tanto che il catalogo della mostra potrebbe aprirsi con un saggio di Kierkegaard e chiudersi con un altro di Heidegger ”.
“Io invece uso una sola parola – ha concluso Pasquale Macrì – per l’arte di Fabio Calvetti: attesa. I suoi quadri parlano una lingua chiara, la lingua della realtà, del corpo umano. Anche nelle opere dove non appaiono corpi, lo spazio è come se stesse lì ad attenderne l’arrivo. In questo, Calvetti è degno erede proprio della nostra cultura toscana, una cultura peculiare che da sempre ha dato dignità al corpo umano nelle arti figurative senza indulgere troppo alla rappresentazione di quello divino. Non a caso, l’umanesimo è nato nelle nostre contrade”.
Dal lunedì al venerdì 10:00/13:00 – 15:00/19:00, week-end e festivi orario continuato 10:00/19:00.