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Onorari e non consulenze: Fanfani chiede la smentita di Brunetta

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Onorari e non consulenze: Fanfani chiede la smentita di Brunetta

AREZZO – “Non ho mai percepito compensi per consulenze ma solo onorari per il mio lavoro di avvocato”. Giuseppe Fanfani non si è fatto “scivolare” addosso quanto messo in rete prima dal Ministero della Funzione Pubblica e stampato poi sul Corriere della Sera. Il Sindaco ha quindi scritto al Ministro Brunetta ai sensi dell’articolo 328 del Codice Penale. Evidenzia che le cifre indicate nel sito ministeriale sono sbagliate perché tengono conto anche dell’Iva e l’imposta non è certo un compenso. “Errata – sottolinea il Sindaco Fanfani – è poi soprattutto la causale perché si tratta si tratta di onorari per vecchie cause in difesa dell’Ente Irriguo, come testimonia anche la documentazione messa a disposizione da quest’ultimo. E non di consulenze che non ha mai fatto in vita mia”.
Al Ministro viene quindi chiesto di “correggere la cifra, separando l’importo della retribuzione da quello dell’Iva che lo grava; di inviare al Comune di Arezzo una lettera di chiarimento perché possa essere opportunamente diffusa a correzione del grave errore e del sospetto indotto sulla figura del Sindaco dall’erronea pubblicazione; di voler provvedere a disporre perché da parte del Ministero venga risarcito il danno il cui provento verrà destinato in beneficenza”. Il Sindaco ha già indicato, a questo proposito, il piccolo Roby in attesa di poter entrare in un centro di riabilitazione ed il Calcit. Il Ministro, nella sua qualità di pubblico ufficiale ed ai sensi dell’articolo 328 del Codice Penale ha adesso 30 giorni per rispondere al Sindaco Fanfani. Il quale ha annunciato anche una possibile querela nei confronti del giornalista del Corriere della Sera, Sergio Rizzo. “La notizia, così come è stata pubblicata – ha precisato Giuseppe Fanfani – era infatti falsa perché il redattore ha unificato i vari onorari per cause sotto un'unica voce e cioè quella della consulenza. E lo ha fatto sapendo benissimo che non si trattava di consulenze ma di onorari legati alla mia attività di avvocato”. A Rizzo viene quindi chiesto di rettificare quanto pubblicato. “L’ho chiesto con una lettera alla quale ho allegato copia della querela per diffamazione che non ho ancora consegnato al magistrato. Se ci sarà la rettifica, la vicenda finirà qui. Altrimenti ci rivedremo in Tribunale”.
Il Sindaco, nella conferenza stampa di questa mattina, non ha nascosto la sua rabbia: “ogni operazione di trasparenza è giusta e quindi è condivisibile quella messa in atto dal Ministero. Ma queste azioni vanno fatte con il massimo di serietà, altrimenti si rischia di danneggiare le persone, come è accaduto nel mio caso. Io ho sempre vissuto del mio lavoro che svolgo da 37 anni e non ho mai avuto consulenze graziosamente elargite da enti pubblici”.

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