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Politica al femminile: linguaggi, strumenti, luoghi

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Politica al femminile: linguaggi, strumenti, luoghi

AREZZO – Quali erano i linguaggi, gli strumenti, i luoghi e i miti della politica al femminile di inizio novecento? Lo racconterà una mostra documentaria e se ne parlerà in un convegno organizzati dalla facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo il 13 e il 14 marzo prossimi (viale Cittadini, campus del Pionta). Con queste iniziative la facoltà di Lettere e il dipartimento di Studi storico-sociali e filosofici dell’Università di Siena, in collaborazione con l’assessorato alle Pari opportunità del Comune di Arezzo, intendono celebrare due ricorrenze: i cento anni dal Primo congresso nazionale delle donne italiane e – secondo la tradizione – il centenario dell’8 marzo, Giornata internazionale delle donne, vero e proprio simbolo, in particolare dal secondo dopoguerra, dell’emancipazione femminile.
Nel Primo congresso nazionale delle donne italiane, che si tenne a Roma nell’aprile 1908, si discusse di diritto al voto, al lavoro, all’istruzione, oltre che di assistenza, lotta alla prostituzione, tutela dell’infanzia. «Fu un appuntamento molto atteso dalle femministe del tempo», spiega Patrizia Gabrielli, docente di Storia contemporanea e Storia delle relazioni di genere all’Università di Siena; «per l’ampia partecipazione e l’articolato dibattito su temi e questioni diverse il congresso è una delle più alte espressioni del femminismo italiano, ma al contempo momento di crisi, a causa della frattura tra socialiste e cattoliche, che si scontrarono sull’insegnamento della religione nella scuola».
Nel convegno, dal titolo “Le parole e i luoghi delle donne. La pedagogia politica nell’Italia del primo ’900”, saranno presentate ricerche su alcune protagoniste dei diversi partiti e movimenti politici, su sindacaliste – di cui verranno descritte gestualità e retorica -, sulla letteratura e la stampa. Si parlerà in particolare delle riviste “La difesa delle lavoratrici” e “L’Alleanza”, portavoce, quest’ultima, dei comitati pro suffragio, nati nel 1906 e costituiti da donne di differenti orientamenti politici e condizioni sociali, tra cui operaie, maestre, aristocratiche, giornaliste. «All’inizio del novecento», prosegue Patrizia Gabrielli, «le donne non si sono preoccupate soltanto di assistenza, non sono state solo delle “benefattrici”, ma hanno occupato gli spazi e utilizzato gli strumenti della politica, dai comizi alla stampa, dalle conferenze alla letteratura, al teatro».
Nella mostra “I volti, le parole, i progetti. 1908. Primo congresso nazionale delle donne italiane”, che rimarrà aperta fino al 22 marzo, saranno esposti documenti congressuali, ritratti delle partecipanti e immagini dei luoghi dove le donne facevano politica all’inizio del novecento, biblioteche, asili, ambienti di lavoro.
Al seminario di studi, coordinato da Patrizia Gabrielli, interverranno Antonella Cagnolati, Alessandra Pierotti, Maria Antonietta Serci, Barbara Montesi, Tiziana Pironi, Davide Montino, Massimo Tizzi e Lucilla Gigli (curatrice, quest’ultima, insieme a Patrizia Gabrielli, della mostra). I lavori si apriranno alle ore 15 di giovedì 13 marzo, dopo i saluti del preside della facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo Camillo Brezzi, dell’assessore alle Pari opportunità del Comune di Arezzo Aurora Rossi e del direttore del dipartimento di Studi storico-sociali e filosofici Mariano Bianca.
La facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo dell’Università di Siena da tempo promuove iniziative sugli studi di genere e le politiche di pari opportunità. Con queste due iniziative coglie l’occasione dei due anniversari per invitare a una riflessione sulla storia dei movimenti politici delle donne.
Informazioni: tel. 0575 926264, [email protected].