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Potatura dei lecci di piazza Guido Monaco, sbagliati tempi e modi

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Potatura dei lecci di piazza Guido Monaco, sbagliati tempi e modi
Piazza Guido Monaco

AREZZO – «Il Wwf esprime un sostanziale dissenso sui metodi attuati nelle operazioni di potatura dei lecci di piazza Guido Monaco. L’intervento della Soprintendenza che aveva impedito la loro sostituzione con altre piante, tutelandoli perché oramai parte del patrimonio storico-ambientale e iconografico di Arezzo, di fatto è stato aggirato con questo radicale taglio.
A prescindere dalla reale necessità di procedere ad un sfoltimento e rimodellamento delle chiome, progetto che vedeva un generalizzato consenso, quanto si vede messo in pratica in questi giorni, è cosa decisamente diversa che possiamo definire tecnicamente “capitozzatura” a nostro giudizio inopportuna nei tempi e inappropriata nei modi.
Praticando tagli a grossa sezione con asportazione di grosse branche o in taluni casi della totalità della chioma, si provoca un indebolimento generale dell’esemplare, la perdita del naturale portamento tipico della specie, la stimolazione alla formazione di succhioni (rami vigorosi, di consistenza succulenta e perciò più suscettibili a rotture ed attacchi parassitari) e la rottura dell’equilibrio chioma-apparato radicale con inizio di processi di decadimento. Sia i nostri esperti sia la letteratura di manutenzione arborea “sconsigliano” interventi di questo genere nel periodo primaverile-estivo, proprio perché vanno a incidere sullo stato vegetativo e ne azzerano drasticamente le capacità di fotosintesi, vitale per la pianta. Un intervento di questo genere doveva essere attuato esclusivamente nel periodo autunnale. Se i grossi tagli non reagiscono positivamente l’esemplare è vulnerabile agli attacchi dei microrganismi responsabili della "carie" del legno, che provoca la disgregazione della lignina e della cellulosa; per cui il legno finisce col perdere la sua consistenza chimico-fisica, diviene poroso e friabile pregiudicando la stabilità della pianta, con esiti nefasti.
Ma questo discutibile intervento va a colpire anche l’avifauna selvatica, in particolare tutte le specie di passeriformi che in questo periodo trovavano casa sui lecci di piazza Guido Monaco, nidificandovi per prepararsi alla riproduzione. L’arredo verde urbano costituisce il principale habitat di passero, tortora, verzellino, cardellino, fringuello e pettirosso, specie che hanno scelto di nidificare e vivere tra i nostri palazzi dopo essere fuggiti dalle campagne invase da cacciatori, diserbanti e fitofarmaci.
A volte ci riesce difficile comprendere la natura di scelte come questa, che sono in evidente contraddizione con le stesse norme approvate dal Comune a tutela degli animali! Infatti, l’art. 9/1 comma del Regolamento Comunale di tutela degli animali recita: “è fatto divieto sul territorio comunale di molestare le specie appartenenti alla fauna autoctona …….”. La potatura degli alberi urbani in piena stagione riproduttiva comporta di conseguenza la distruzione di nidi, uova e pulcini e i più colpiti sono i passeriformi canori tipici di parchi e giardini. La distruzione di queste nidificazioni non è un evento facilmente reversibile poiché intere zone della città risultano prive di uccelli che, non lo dimentichiamo, divorano molti insetti. Mosche e zanzare in assenza dei loro predatori naturali si moltiplicano e l’unico rimedio è la disinfestazione.
Come può pretendere il Comune che i cittadini rispettino le regole, se poi queste vengono disattese in primis dalla stessa Amministrazione?
Purtroppo, nel rispetto delle migliori tradizioni italiche si predica bene e si razzola in modo opposto. Il Wwf ha quindi chiesto l’intervento di Polizia Provinciale e Corpo Forestale dello Stato, affinchè si accerti con la massima trasparenza e rapidità se l’intervento attuato abbia portato pregiudizio allo stato delle piante e possa avere causato danni alla fauna selvatica.»

Articlolo scritto da: WWF SEZIONE DI AREZZO