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Rendiconto 2007: Bilancio sano e secondo le previsioni

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AREZZO – Il rendiconto per l’esercizio finanziario 2007 del Comune di Arezzo si chiude con un avanzo di amministrazione di 5.234.098,40 euro. Il documento, in assenza dell’assessore al bilancio, Giuseppe Marconi, è stato illustrato oggi pomeriggio al Consiglio comunale dal collega Piero Ducci.
In merito alle entrate correnti (tributarie, da trasferimenti ed extratributarie) si registra uno scostamento minimo rispetto alle previsioni formulate. Le entrate accertate ammontano a 77.863.592 euro contro una previsione di 75.125.345 con uno scostamento, quindi, di 2.738.247 euro pari al 3,6% circa, del tutto fisiologico rispetto a qualunque ipotesi previsionale.
Analogo fisiologico scostamento è riscontrabile nella spesa corrente, dove le spese correnti, attestandosi ad 70.391.578,11 euro si sono discostate di circa il 3% dalle previsioni.
“Questa amministrazione – ha dichiarato Piero Ducci – si ritiene coerente con l’individuazione delle priorità in un contesto economico e sociale che, purtroppo, non consente risposte esaustive ai molteplici problemi generati dalla fase di recessione che investe l’economia nazionale e locale, obbligando, conseguentemente, ad operare scelte amministrative e politiche”.
Ed all’interno delle voci di spesa è ravvisabile la grande attenzione riservata dall’amministrazione alle politiche sociali con un incremento consistente della spesa (da 10.941.000 a 13.464.000 euro) per quelli educativi e scolastici (da 8.608.00 a 9.473.000) per l’ambiente ed il territorio (da 5.510.000 a 6.166.000) per la Polizia Municipale e quindi per la sicurezza (da 3.727.000 a 4.035.000).
“La grande attenzione riservata alle politiche sociali – ha sottolineato l’assessore Ducci – risponde, evidentemente, al preoccupante allargamento della fascia di povertà ma anche alla progressiva espansione della fascia di popolazione che vive ai confini della stessa, meno visibile ma degna della massima attenzione e considerazione”.
Per quanto concerne le spese per investimenti, le stesse sono state finanziate con entrate proprie (705.700 euro), trasferimenti Stato (67.559), mutui (555.864), contributi da privati (3.149.438), concessioni edilizie (6.730.311), contributi regionali (676.617), entrate una tantum (2.156.387), avanzo di amministrazione (59.700), contributi Provincia (1.257.813), altre (165.000).
Rispetto alle previsioni iniziali, si registra uno scostamento di circa il 53% dovuto, in grandissima parte, alla riduzione dei trasferimenti dello Stato ( meno 7.858.000).
“D’altro canto, – ha proseguito l’assessore Ducci – è fisiologico che non tutti i progetti di investimento vedano la loro pratica attuazione, il che avviene sempre non per mancanza di volontà, ma per l’impossibilità ad accedere alle fonti di finanziamento previste. Peraltro, pur nelle evidenti difficoltà finanziarie che riguardano tutti gli enti locali, la spesa per investimenti si è incrementata nell’anno 2007 di quasi 3 milioni di euro rispetto all’anno precedente, con oltre 6 milioni di euro destinati alla viabilità ed una ripartizione equa degli interventi fra centro e periferie”.
Ducci si è poi soffermato “su alcune questioni che evidenziano la buona e responsabile gestione delle risorse e, quindi, in concreto, al di là delle inevitabili distinzioni politiche, la corretta amministrazione”.
L’indebitamento del Comune si è ridotto in modo consistente anche per effetto della riduzione della contrazione di mutui. E’ proseguita, quindi, la politica di riequilibrio finanziario del Comune che vede, al 31 dicembre 2007 calato l’indebitamento complessivo a 79.789.245 euro contro gli 86.040.557 del 2006 e gli 89.377.571 del 2005, con una riduzione quindi, al termine del triennio preso in esame, di quasi 10.000.000. Ciò comporterà benefici per l’ente sia in termini di economicità, per la riduzione degli oneri finanziari, sia in termini di solidità strutturale.
A tale proposito, e ciò conferma l’attività di buona amministrazione, nessuno degli otto indici di deficitarietà strutturale ha segno positivo, per cui è scongiurato il seppure minimo rischio di dissesto.
“Avere una buona e corretta gestione delle risorse, oltre che un obbligo di legge e di buona amministrazione, rappresenta un dovere civico verso il prossimo – ha dichiarato Ducci.. Non è accettabile lasciare in eredità, né agli amministratori pubblici che succederanno nella carica, né, in senso più ampio, alle future generazioni, situazioni finanziarie intricate e deficitarie, che precludano qualunque ipotesi di intervento futuro sulla spesa pubblica. Inoltre il Comune di Arezzo ha pienamente rispettato gli obiettivi posti dal patto di stabilità interno sia in termini di competenza che di cassa, scongiurando quindi il rischio, incombente sugli enti non virtuosi, di applicazione a carico dei cittadini di una maggiorazione dello 0,3% dell’addizionale IRPEF. Non è stato facile far quadrare i conti. Anche il nostro Comune soffre dei problemi generali del sistema della finanza locale di cui fa parte. Ma ci siamo riusciti. Non solo salvaguardando gli equilibri economici, finanziari e contabili, ma anche mantenendo e in alcuni casi, riqualificando, il sistema dei servizi, come quelli sociali, educativi e scolastici”.
I contribuenti aretini, a fronte di una maggiore tassazione di circa 48 euro pro-capite, pari a 4 euro mensili, dovuta all’introduzione, proprio dall’anno 2007 dell’addizionale IRPEF, possono prendere atto della salvaguardia degli equilibri di bilancio a fronte di un importante potenziamento dei sevizi.
I costi per i servizi alla persona e quelli scolastici sono stati mantenuti sostanzialmente stabili, anche in relazione al tasso d’inflazione.
In sostanza, se non fosse stata applicata l’addizionale IRPEF, la pressione finanziaria sui cittadini sarebbe rimasta sostanzialmente invariata.
“Fra i protagonisti dei risultati – ha dichiarato Piero Ducci – vorrei ricordare i dipendenti del Comune, proprio in questo periodo in cui, a volte a proposito ma spesso a sproposito si parla di “fannulloni”. Ebbene, la percentuale di “fannulloni” all’interno di questo ente è, evidentemente, di molto inferiore non solo alla media degli enti pubblici in generale, ma, direi, alla stessa impresa privata. I risultati sono stati conseguiti grazie alla dedizione del personale, alla professionalità ed impegno di direttori e dirigenti”.
A fronte di questo, la spesa complessiva del personale è diminuita e la sua incidenza percentuale sulle spese correnti si è ridotta di ben 3 punti percentuali rispetto al 2006 e ciò significa che la via della razionalizzazione della spesa, del rinnovamento e della valorizzazione delle risorse interne è la via maestra lungo la quale l’ente potrà ottenere i migliori risultati.
Fra le priorità di spesa introdotte nel 2007 e che troveranno una continuità nel 2008 c’è sicuramente la spesa per la sicurezza. Oltre al potenziamento della P.M. sarà attivato il sistema di videosorveglianza, saranno attivati percorsi di educazione e prevenzione nelle scuole e progetti di coordinamento con le forze dell’ordine statali per un maggior presidio del territorio che possa garantire al cittadino maggiore tranquillità, sicurezza e quindi una migliore qualità della vita.
E’ stata inoltre prevista una progressiva maggiore dotazione di risorse per la casa in modo tale da fronteggiare, nei limiti delle nostre possibilità e risorse, quella che nei prossimi anni rischia di delinearsi come una vera e propria emergenza-casa. A tal proposito sono davvero impressionanti i dati che provengono dagli uffici giudiziari che vedono incrementarsi in maniera considerevole gli sfratti per morosità.
L’obiettivo di garantire quantità e qualità dei servizi gravando al minimo livello possibile sui bilanci delle famiglie si sta rivelando sempre più difficile. E’ evidente lo sforzo, nostro come di buona parte degli enti locali, di puntare sulla massima efficienza e sull’ottimizzazione delle, risorse ma le scelte dei governi centrali renderanno questo sforzo sempre più improbo. Le decisioni in materia di ICI ne sono un esempio.
“I Comuni hanno una promessa di compensazione e cioè che riceveranno dallo Stato le risorse finanziarie che hanno perduto con l’ICI. Ma ad oggi, non sappiamo quanto, quando e come – ha commentato Ducci. Con certezza sappiamo solo che il prossimo 30 giugno le nostre casse avranno quasi 4 milioni di euro in meno. Arriveranno queste risorse? Ci fidiamo. Ma intanto si generano inevitabili problemi di liquidità dovuti a quello che potremmo definire un federalismo alla rovescia.
Lo Stato incassa una sempre più consistente fetta di risorse di competenza degli enti locali (addizionale e compartecipazione IRPEF, ICI) e gliele trasferisce nei modi, nei tempi e, temiamo, negli importi che più gli aggradano.
Sulla base di una proiezione al 31 dicembre 2008, si stima che il Comune di Arezzo sarà creditore nei confronti dello Stato di una somma di circa 26 milioni di euro.
Questa non è una tendenza degli ultimi mesi. E’ una tendenza degli ultimi anni che, rispondendo alla necessità dello Stato centrale di ridurre l’indebitamento e gli interessi sul debito pubblico, sta di fatto trasferendo sugli enti locali il dissesto del bilancio statale.
In quest’ottica, secondo fonti ANCI, gli enti locali saranno interessati da tagli consistenti nelle prossime leggi finanziarie. Si ipotizzano 3,4 miliardi di euro nel 2009 per regioni ed enti locali a cui si aggiungerebbe un ulteriore miliardo sulla sanità. I tagli aumenterebbero a 5,2 miliardi nel 2010 più altri due sulla sanità. Complessivamente nel triennio 2009-2011 l’impatto dei tagli su Regioni ed Enti locali ammonterebbe a 9,2 miliardi di euro più 3 ulteriori sulla sanità. Fatte queste osservazioni sul problema dei rapporti con lo Stato centrale e sulle problematiche di flussi finanziari, occorre dare atto della sostanziale solidità del bilancio del Comune di Arezzo. La solidità economica è testimoniata anche dal risultato della gestione di competenza. Il nostro Ente è impegnato a dare risposte alle istanze che provengono dai cittadini ma, nel contesto che si prefigura, sarà progressivamente sempre più difficile garantire l’attuale quantità e qualità dei servizi mantenendo inalterata la pressione tributaria”.