Home Nazionale Scontri in Ossezia del Sud, ‘1.400 i morti’

Scontri in Ossezia del Sud, ‘1.400 i morti’

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ROMA – Escalation di violenze nella regione separatista dell'Ossezia del Sud (che rivendica l'indipendenza nei confronti della Georgia) con un bilancio, secondo i secessionisti, di almeno 1.400 morti. Dopo gli scontri tra le truppe georgiane e i ribelli della provincia filo-russa, è intervenuta Mosca con raid aerei e l'invio di carri armati a Tskhinvali, capitale della regione cinta d'assedio dalle truppe della Georgia.
"Un convoglio russo che fa parte del distretto militare del Caucaso del Nord è entrato alla periferia settentrionale della capitale dell'Ossezia del Sud", ha detto un funzionario del ministero della Difesa di Mosca, secondo cui il contingente ha il compito di assistere i peacekeeper russi dispiegati nell'area e i cittadini russi dell'Ossezia del Nord (uno dei soggetti della Federazione russa) e del Sud.
Poco dopo le autorità dell'Ossezia del Sud, secondo l'agenzia di stampa russa Ria Novosti, hanno riferito che le truppe georgiane si sono ritirate dalla capitale. Fonti della sicurezza georgiane hanno inoltre denunciato che caccia russi hanno bombardato la base aerea militare di Vaziani, fuori dalla capitale Tblisi. Mentre il presidente della Georgia Mikhail Saakashvili ha riferito, senza fornire particolari dettagli, che "le forze georgiane hanno abbattuto due caccia russi sul nostro territorio".
Le agenzie di stampa russe, al contempo, riferiscono che i colpi di mortaio sparati dalle truppe georgiane durante l'assedio di Tskhinvali hanno provocato almeno 10 vittime tra i soldati del contingente di peacekeeping russo.
Nella notte, le forze aree della Georgia avevano bombardato le postazioni dei separatisti dell'Ossezia del Sud nel villaggio di Tkverneti, mentre gli intensi scontri a fuoco tra le truppe di Tbilisi e i ribelli a Tskhinvali sono iniziati alle prime luci dell'alba. Elevato il numero delle vittime: il presidente dell'Ossezia del Sud Eduard Kokoity denuncia l'uccisione di 1400 persone.
Tanto che la Russia accusa la Georgia di aver avviato operazioni di pulizia etnica in alcuni villaggi. ''Il numero di profughi sta salendo in modo vertiginoso e il panico cresce, la gente cerca di salvare la propria vita'', ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.
Il presidente Saakashvili, che in giornata ha concesso tre ore di cessate il fuoco per permettere l'evacuazione dei civili dalla città, ha dichiarato lo stato di "mobilitazione generale", accusando la Russia di compiere "operazioni militari su larga scala" in Ossezia del Sud. Contemporaneamente a Mosca il presidente russo Dmitri Medvedev ha convocato e riunito il Consiglio di sicurezza nazionale per consultazioni sull'escalation militare.
Su richiesta di Mosca si è anche riunito in seduta straordinaria il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite al Palazzo di Vetro di New York. La sessione si è conclusa senza che i 15 membri del massimo organo esecutivo dell'Onu abbiano raggiunto un accordo su una dichiarazione comune sulla crisi. Fissata un'altra riunione in serata.
Da tutto il mondo arrivano appelli per la fine delle violenze. Gli Stati Uniti, che sostengono ''l'integrità territoriale della Georgia'', hanno rinnovato l'appello a tutte le parti per un cessate il fuoco. Washington si prepara anche a mandare sul posto un inviato.
La Commissione europea si è detta ''estremamente preoccupata'' e "deplora la perdita di vite umane". Anche il segretario generale Jaap de Hoop Scheffer "è seriamente preoccupato". La Georgia è insieme all'Ucraina un'ex repubblica sovietica che aspira all'adesione alla Nato.