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Stato di guerra in Georgia, bombardata dai russi

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TBILISI – Il premier russo, Vladimir Putin, è arrivato a sorpresa a Vladikavkatz, capitale dell'Ossezia del Nord. Atteso in Siberia di ritorno dalla cerimonia per l'inaugurazione dei Giochi olimpici a Pechino, il premier ha voluto invece rendersi personalmente conto della situazione dei profughi in arrivo dell'Ossezia del Sud, oltre 30mila persone, secondo quanto riferiscono da Mosca.
Si è infatti allargato il conflitto tra Georgia e Russia sulla regione separatista. Questa mattina caccia di Mosca hanno bombardato la capitale georgiana Tbilisi, dove gli edifici governativi e il Parlamento sono stati evacuati. Le forze russe hanno concentrato i loro attacchi contro le infrastrutture militari, economiche e civili della repubblica, tra cui la base militare di Vaziani, non lontana da Tbilisi, una base militare a Marneuli, e gli scali di Delisi e Kutaisi. Raid aerei anche contro Poti; il terminal dell'oleodotto, contrariamente a quanto appariva all'inizio, è rimasto intatto. Colpita pure la gola del Kodori; l'attacco è stato rivendicato dalle forze dell'Abkhazia fedeli a Mosca che sono riuscite ad aprire un altro fronte contro Tbilisi a ovest dell'Ossezia. La Russia ha inoltre spostato alcune unità navali della sua Flotta del Mar Nero in direzione del piccolo porto di Ochamchira, in Abkhazia.
Le forze georgiane da parte loro hanno rivendicato l'abbattimento di 10 caccia russi e la distruzione di 30 carri armati nei combattimenti in corso nell'Ossezia del Sud, ma Mosca ha confermato l'abbattimento solo di due caccia.
Il Parlamento della Georgia ha approvato lo stato di guerra firmato dal presidente Mikhail Saakashvili, che ha annunciato la firma del decreto che impone la legge marziale nel Paese. Saakashvili ha chiesto un immediato cessate il fuoco ai russi che hanno ''lanciato un'invasione militare totale della Georgia'', e come primo segno di ricerca di una tregua, ha ordinato alle sue truppe di ritirarsi da Tskhinvali, capitale dell'Ossezia del Sud. Nel contempo però il presidente georgiano ha richiamato in patria l'intero contingente inviato in Iraq (2mila militari) da impegnare nei combattimenti contro le forze russe. E, a margine di un incontro con gli esponenti dell'opposizione al suo governo a Tbilisi, ha anche detto che potranno tornare in Georgia gli atleti inviati a Pechino per le Olimpiadi che desiderino presentarsi come volontari al servizio militare.
Saakashvili ha poi definito "menzogne plateali" le notizie secondo cui negli scontri nell'Ossezia del Sud ci sarebbero state 1.500 vittime. Bilancio che oggi è stato ulteriormente aggravato dall''ambasciatore russo in Georgia che ha denunciato la morte di almeno duemila civili a Tskhinvali.
Per il presidente russo Dmitry Medvedev l'invio di truppe russe nell'Ossezia del Sud rientra in un'operazione tesa a riportare la pace e a proteggere i civili. "I nostri peacekeeper e le unità di rinforzo stanno attualmente conducendo un'operazione per costringere la parte georgiana ad accettare la pace – ha detto Medvedev – I peacekeeper sono anche responsabili della protezione della popolazione: questo è quello che stiamo facendo adesso".
Medvedev ha discusso della grave situazione con il presidente americano, George W. Bush, a cui ha comunicato che ''il ritiro delle forze militari georgiane dalla zona del conflitto'' è l'''unica'' strada per risolvere la ''tragica crisi'' in corso nel Caucaso insieme alla firma di un trattato vincolante con cui Tbilisi si impegna a non fare ricorso alla forza.
''In queste circostanze, la Russia è guidata da un solo obiettivo, immediatamente fermare la violenza e difendere i civili e ripristinare la pace il prima possibile'', ha detto Medvedev a Bush secondo quanto rende noto l'agenzia di stampa russa Itar-Tass. ''Il ritiro delle unità armate dalla zona del conflitto secondo quanto previsto dagli accordi firmati in precedenza e la firma di un accordo vincolante sul non ricorso alla forza è l'unico modo per andare oltre la tragica crisi avviata dalla leadership georgiana'', ha affermato il presidente russo.
Sul fronte diplomatico, per la seconda volta in 24 ore, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non è riuscito a trovare un accordo per chiedere un cessate il fuoco immediato a Russia e Georgia.
Mentre i presidenti di Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania hanno condannato oggi le azioni russe in Ossezia del Sud con un comunicato congiunto in cui si chiede agli stati membri dell'Unione europea e la Nato di "agire conseguentemente alla crisi". La dichiarazione "è secca, ma la situazione lo richiede", ha commentato il presidente polacco Lech Kaczynski, parlando con i giornalisti a Varsavia. Kaczynski ha descritto l'intervento russo come "un atto d'aggressione" incompatibile con la legge internazionale.
Il ministro polacco degli Esteri Radoslaw Sikorski ha intanto chiesto un summit d'emergenza dell'Unione europea. "Ho chiesto alla presidenza francese dell'Ue di convocare urgentemente un incontro del Consiglio europeo a livello di capi di governo", ha detto il capo della diplomazia di Varsavia, citato dall'agenzia stampa polacca Pap.