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Striscia e il canile di Cicerale, le precisazioni del direttore

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«In qualità di Direttore Sanitario del Canile di Cicerale, oggetto dell’ennesima denuncia da parte dell’intraprendente inviato del programma “Striscia la notizia” trasmesso il 10/12/2008, sento il dovere di fornire alcune informazioni e precisazioni necessarie ad una oggettiva valutazione della realtà, ignorate o volutamente taciute per favorire il taglio sensazionalistico del servizio.
Il contributo filmato, gentilmente offerto dalla collaboratrice mascherata, non rappresenta in alcun modo la situazione del canile di Cicerale , e, pur trascurando il fatto che le scene più crude non offrono riferimenti sufficienti a dimostrare che esse siano state riprese effettivamente all’interno della struttura, è da sottolineare che l’unico elemento riferibile al canile è un vecchio furgone verde già dal 2000 non più in dotazione.
Le carenze e gli occasionali incidenti di cui la signora è stata testimone per il passato (a suo dire, dal momento che l’anonimato non permette di accertarne l’attendibilità) hanno lasciato il posto all’efficienza di una struttura che ha saputo, nell’arco di circa un decennio, rinnovarsi per rispondere alle crescenti esigenze di benessere animale.
D’altronde è impensabile che un canile che occupa una superficie di circa 22 ettari, su cui ospita attualmente poco meno di 1200 randagi, e che offre i propri servizi a diverse ASL, Comuni e Associazioni possa operare al di fuori
della normativa vigente. L’adeguatezza della struttura, delle attrezzature, della disciplina di mantenimento e cura degli ospiti del canile, messe a punto attraverso il nostro impegno e presenza quotidiana, non solo è verificata
attraverso ripetute ispezioni da parte dei NAS e altre Forze dell’ordine, della Regione Campania, di ASL e dei Comuni stessi, ma è anche costantemente monitorata da una “Commissione Randagismo” appositamente istituita dal Settore
Veterinario dell’ASL SA/3.
Sarebbe più opportuno, quindi, piuttosto che dare spazio a denunce non sempre libere da interessi nascosti, risalire alle reali cause che rendono indispensabile l’esistenza di centri di accoglienza per randagi come quello di
Cicerale, individuabili nel continuo ed incessante abbandono di cani da parte di proprietari per nulla inclini a far fronte ad una qualsiasi difficoltà del proprio animale (ad esempio una gravidanza) o, più spesso, all’insorgere di una
malattia. Questi cani, spesso ricoverati in pessimo stato di salute, influenzano sensibilmente il tasso di mortalità che purtroppo si registra in quei canili che raccolgono gli effetti di una scarsa sensibilità e coscienza civica nei rapporti con il cosiddetto “amico dell’uomo”.
Consiglio a “Striscia” per completare l’argomento, un’inchiesta sul rispetto della norma che impone l’applicazione di microchip e l’iscrizione all’anagrafe canina dei cani di proprietà, e sull’attuazione di politiche di sterilizzazione. Si potrebbe pensare, altrimenti, che in taluni servizi la voglia dello “scoop” finisca col prevalere sulla necessità di un’informazione veritiera e completa, come lascia credere il fatto che lo spazio dedicato al vecchio filmato e alle scaramucce provocate ad arte dal “nuovo” inviato alla ricerca di notorietà ed audience nel servizio andato in onda è di gran lunga superiore a quello dedicato alle immagini riprese per più di un’ora all’interno del canile che avrebbero potuto documentarne meglio la realtà.»

Dott. Stefano Di Dato

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