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Una cultura riformista passa solo dal socialismo democratico

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Una cultura riformista passa solo dal socialismo democratico

AREZZO – Dichiarazione del capogruppo consiliare socialista, Giovanni Pelini: «“La somma dei risultati elettorali sottrae quello che la politica di centrosinistra aveva costruito in questo paese già dagli anni sessanta.
Oggi ci troviamo di fronte a scelte che hanno decretato la fine di un governo di centrosinistra, che hanno distrutto la sinistra, determinato per i socialisti un risultato da minimi storici e costruito un PD, in attesa di congresso, collocato politicamente non in modo ben definito e quindi senza una linea chiara. Eccetto quella perdente espressa da “super Valter”.
Quando la politica era scritta con la “P” maiuscola, dopo un esito catastrofico (a Roma, Rutelli non ha perso da solo ma a causa delle responsabilità primarie di Veltroni) si presentavano le dimissioni, a meno che soddisfi la mera “semplificazione politica” coincisa con la distruzione del centrosinistra.
Credo che nel centrosinistra ci sia bisogno di riflessione e che non serve definirsi un grande partito o assorbire le forze minori, tanto più se si aggregano opportunismi anziché linee politiche.
Quindi se si vuole “semplificare” la politica, come sostenuto da “super Valter”, occorre semmai passare da una logica culturale europea e non da imitazioni americaniste, considerando che in gran parte dei paesi europei esiste già un bipolarismo, se pur non necessariamente esasperato, e che questo presenta, come attore politico principale, il socialismo democratico. Se vogliamo costruire un’area maggioritaria rappresentativa di una cultura riformista da qui dobbiamo partire.»