Home Attualità Uno studio sulle acque del Parco

Uno studio sulle acque del Parco

0

AREZZO – L’abbondanza e la qualità dell’acqua sono elementi fondamentali allo sviluppo e al mantenimento di qualsiasi forma di vita sulla terra.
Le foreste del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna, area di raccolta di molta risorsa di ottima qualità, alimentano bacini imbriferi anche a centinaia di chilometri dallo spartiacque; in questo svolgendo un ruolo fondamentale sia per gli ecosistemi dell’area protetta sia per le popolazioni del fondovalle. Emblematico è in questo quadro il ruolo della diga di Ridracoli per l’approvvigionamento della Romagna.
Se vogliamo spingerci ad affrontare il valore storico di queste acque possiamo dire che dal la vita resa possibile dal fiume che su queste montagne nasce – l’Arno – si è sviluppata la cultura rinascimentale fiorentina, esperienza cardine della storia del Vecchio Mondo. Ancora oggi, forse più che allora, il Fiume disseta e porta vita ed energia in tutte le terre che incontra fino al mare.
Il Parco Nazionale sulla scorta di queste valutazioni ha assegnato alla società G.R.A.I.A. (Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque), l’incarico per la preparazione di un documento propedeutico alla redazione di un vero Piano delle Acque.
Il tema dell’acqua verrà affrontato in tutti i suoi diversi aspetti: qualità e quantità, criticità legate all’uso, valutazione del deflusso minimo vitale per la salvaguardia dell'habitat fluviale, livello di trattamento depurativo, censimento e tipizzazione della fauna acquatica anche ai fini di promuovere attività di pesca sportiva sostenibile, possibilità di fruizione, recupero e corretta gestione delle sorgenti e dei fontanili, utilizzo a fini energetici in modo ecocompatibile delle acque fluenti.
Particolare attenzione verrà prestata oltre che al bilancio idrico del territorio del Parco alla qualità delle acque che vengono restituite agli ecosistemi dopo l’utilizzo umano.
Si ricorda in questo quadro che la normativa vigente assegna alle aziende responsabili della captazione e della distribuzione delle acque competenze e responsabilità nel campo della depurazione.
Il lavoro – che verrà consegnato tra circa sei mesi – sarà svolto da un team di professionisti con specifica esperienza (idrobiologi, biologi, naturalisti, ittiologi, ingegneri ambientali, ingegneri idraulici, geologi, forestali).