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Welfare & Libro verde, ricetta di Confartigianato per il sociale

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Welfare & Libro verde, ricetta di Confartigianato per il sociale

‘La nostra Associazione si è dimostrata molto sensibile verso le tematiche del lavoro inteso come valore, consapevole dell’importanza di vivere in un sistema che possa aiutare a lavorare meglio. Lavorare meglio significa infatti vivere meglio e proprio il Libro Verde tocca molti aspetti e offre alla pubblica discussione questioni importantissime riguardanti il mercato del lavoro e la qualità del lavoro – ha detto il Presidente di Confartigianato Imprese Arezzo Giova Battista Donati – Per questo motivo Confartigianato si è battuta in prima linea allo scopo di creare una struttura di welfare capace di realizzare un sistema di sostegno sia per il mondo della produttività che per quello dei dipendenti. I relatori intervenuti al dibattito di oggi ci hanno aiutato a capire come si potrà evolvere il welfare nel futuro e cosa si devono aspettare gli individui siano questi imprenditori, casalinghe, pensionati o studenti.. In questo contesto ci sentiamo parte integrante della politica del welfare della nazione come della città’.
In particolare, le proposte di Confartigianato alle istituzioni riguardano le forme di mutualità che i privati possono realizzare attraverso la bilateralità, ma anche nuove forme di assistenza per i disabili e gli anziani.
“E’ un onore ospitare questo importante appuntamento che si inserisce in maniera puntuale nell’agenda politico-istituzionale del paese – ha detto il sindaco di Montevarchi Giorgio Valentini – Tutto ciò non solo perché c’è stato uno stimolo da parte del Governo ad esprimersi in materia, ma anche a seguito della crisi economica che stiamo attraversando. Appare quindi urgente una riforma del sistema di protezione sociale, consapevoli che siamo una repubblica fondata proprio sul lavoro, lo stesso che diventa fondamentale per il sostentamento dell’uomo ma anche valore inestimabile conferito da manualità, esperienza, cultura e saperi trasmessi dall’attività artigianale. Una riforma del welfare non può tuttavia prescindere dalla riflessione sul ruolo delle risorse e degli enti locali”.
E sul concetto di è intervenuto anche il Segretario nazionale Anap Fabio Menicacci che ha ricordato come non sia la prima volta che il Gruppo anziani e pensionati di Confartigianato si adopera per il sociale: ‘Un esempio di questo è ‘Scuola dei mestieri’ aperta in Etiopia dove abbiamo fatto formazione in loco ottenendo una manodopera qualificata e permettendo a varie attività artigiane di crescere in quel territorio. Attività importanti che i nostri pensionati possono continuare a svolgere solo se esiste una politica del welfare che li sostiene’.
Quali sono le proposte avanzate da Confartigianato in materia di welfare? ‘Per parlare di servizi alle persone si deve parlare per prima cosa di lavoro – Prosegue Menicacci– Chiediamo l’innalzamento dell’età pensionabile uguale per uomo e donna e per ogni categoria di lavoro e vogliamo che sia resa obbligatoria la pensione integrativa. Ci piacerebbe che l’artigiano pensionato fosse utilizzato in formazione allo scopo di trasmettere sapere. Per quanto riguarda la sanità chiediamo poi la riorganizzazione del medico di famiglia perché non si limiti alla semplice ricetta ma attraverso un software possa prenotare visite e ricevere referti, riconvertendo così il ruolo delle Asl’.
‘Dobbiamo ripartire dall’economia reale, da chi produce ricchezza, per arginare la crisi e ridisegnare le regole sociali – ha ribadito il Segretario di Confartigianato Toscana Pierluigi Galardini –Senza la ricchezza infatti non possiamo permetterci i servizi necessari alla salute e alla qualità della vita delle persone. Per far ciò occorrono posti di lavoro e qualificati servizi per l’impiego. Chiediamo inoltre che venga valutato il nostro modello contrattuale e che sia valorizzata la nostra esperienza in materia di ammortizzatori sociali e un rilancio dell’apprendistato come momento formativo’.
Per l’Assessore alle politiche sociali della Provincia Mirella Ricci la domanda da porsi è che cosa ci aspetta in futuro con la riforma del welfare. ‘Il Libro Verde è pieno di sani principi ma ha un equivoco di fondo: mette al centro la crisi economica e non la persona – ha detto Mirella Ricci – Il concetto di persona invece deve stare al centro dello stato sociale. Dobbiamo riflettere su quali siano i diritti dell’essere umano e chi deve curarli, solo così il welfare può diventare motore per lo sviluppo dell’economia. I livelli essenziali di assistenza devono comunque essere garantiti sia a livello nazionale, che molto più a livello locale’.
‘Il Libro Verde tocca molti aspetti e offre numerosi spunti di riflessione, sottolineando l'anomalia italiana rappresentata dal fatto che i lavoratori attivi che finanziano il nostro welfare sono troppo pochi. La riflessione di Confartigianato parte dalla necessità di allargare la base dei lavoratori contribuenti innalzando significativamente il tasso di occupazione – spiega Angiolo Galletti, Presidente Anap Arezzo – Il Libro Verde offre inoltre alla pubblica amministrazione la possibilità di pensare ad un modello di governance che garantisca la sostenibilità finanziaria e attribuisca a un rinnovato ed autorevole livello centrale compiti di regia ed indirizzo, affidando alle istituzioni locali e ai corpi intermedi, sulla base dei principi di sussidiarietà, responsabilità e differenziazione, l'erogazione dei servizi. La nostra Associazione punta infatti alla costruzione, attraverso il confronto tra le parti sociali, di un nuovo modello sociale e di un nuovo sistema di welfare in cui imprenditori, giovani, donne e anziani possano veder interpretate le proprie esigenze’.