Home Attualità Addio a Gino Giugni, padre dello Statuto dei Lavoratori

Addio a Gino Giugni, padre dello Statuto dei Lavoratori

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ROMA – E' morto a 82 anni Gino Giugni, il padre dello storico Statuto dei Lavoratori. Gravemente malato da tempo, è deceduto nel sonno. Unanime il cordoglio del mondo politico, a partire dal capo dello Stato.

''Gino Giugni, al quale sono stato legato da una larga comunanza di idee e da una schietta amicizia personale, resta esempio di appassionata dedizione allo Stato democratico e di assoluta coerenza e integrità'' ha affermato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato alla famiglia.

''Partecipo con profonda commozione al cordoglio del mondo della cultura, del mondo del lavoro e delle istituzioni – prosegue il capo dello Stato – per la scomparsa di Gino Giugni. E' stato uno studioso di altissimo livello, riconosciuto ispiratore di una moderna scuola di diritto del lavoro, e allo stesso tempo è stato, ancor prima di approdare in Parlamento e al governo, promotore di una legislazione sociale avanzata culminata nello Statuto dei diritti dei Lavoratori. Pagò il suo impegno democratico con la vile aggressione del terrorismo brigatista che colpì gravemente il suo fisico. Gino Giugni – conclude Napolitano – al quale sono stato legato da una larga comunanza di idee e da una schietta amicizia personale, resta esempio di appassionata dedizione allo Stato democratico e di assoluta coerenza e integrità. Sono vicino con affetto al dolore dei familiari''.

Cordoglio ha espresso anche il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. "Giugni lascia un grande vuoto perché è stato il protagonista dello sviluppo sociale dal Dopoguerra ad oggi – ha detto Sacconi – Padre dello Statuto dei Lavoratori con Brodolini, ministro e presidente della commissione Lavoro del Senato ha dedicato la sua vita all'evoluzione dei diritti nel lavoro secondo un approccio pragmatico e, insieme, orientato al valore delle persone". Sacconi ha annunciato che la figura del giuslavorista sarà ricordata con una serie di iniziative. Non solo. Il ministro intende infatti dedicargli, ''come già fatto per Marco Biagi, una delle sedi del ministero del Lavoro".

''Se ne va un vero riformista", un uomo ''attento e acutissimo capace di non perdere mai di vista i cambiamenti nel mondo del lavoro, equilibrato e coraggioso'' è il ricordo nelle parole del segretario del Pd, Dario Franceschini. "Lo Statuto che porta la sua firma – aggiunge – è uno dei grandi passaggi della modernizzazione e della crescita sociale del nostro Paese. Per questo la sua scomparsa ci addolora e colpisce. Esprimo alla sua famiglia, ai suoi collaboratori la vicinanza mia personale e quella di tutto il Pd''.

E "profondamente addolorato per la scomparsa'' si è detto Massimo D'Alema che ha espresso cordoglio per ''un amico, un compagno, un protagonista del riformismo italiano e dell'affermazione dei diritti dei lavoratori. E' una perdita per il mondo del lavoro e per tutto il Paese".

"A Gino Giugni si legano pagine molto importanti nella storia del lavoro e delle istituzioni italiane – ha dichiarato Pier Ferdinando Casini – Per questo l'Italia gli deve gratitudine. A chi, come noi, ha avuto modo di conoscerne le qualità umane il suo ricordo rimarrà impresso come simbolo delle persone per bene".

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign