Home Cronaca Addio a Maria Angiolillo, regina dei salotti romani

Addio a Maria Angiolillo, regina dei salotti romani

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ROMA – E' morta Maria Angiolillo (nella foto), vedova del fondatore de 'Il Tempo' Renato Angiolillo. La regina dei salotti romani, che aveva oltre 80 anni, si è spenta questa mattina a Roma. Nel salotto della sua casa, a Trinità dei Monti, ospitò i grandi nomi della finanza, dell'imprenditoria, della politica e dell'informazione italiana. Il salotto romano più famoso ed ambito, teatro di confronto e scambio di idee tra personalità di primo piano.

La sera del 5 giugno 1944, in una vecchia tipografia di Piazza di Pietra nel cuore di Roma, fondò il quotidiano 'Il Tempo'. Solo qualche giorno fa era stata sottoposta a un intervento chirurgico. La notizia della sua morte è stata comunicata in aula, alla Camera, dal deputato del Pdl, Giuseppe Consolo che ha chiesto un minuto di silenzio per commemorarla al presidente di turno Antonio Leone, che si è riservato di comunicare la richiesta al presidente Gianfranco Fini.

"Era l'ultima grande signora di un mondo ormai scomparso. Per noi era un'amica carissima e disinteressata". Lo dice all'ADNKRONOS Bruno Vespa. "La notizia -aggiunge Vespa- mi ha molto turbato. Avevo sentito Maria Angiolillo appena due giorni fa, si era ripresa da un intervento. E' stata una persona straordinaria".

Da Giulio Andreotti a Massimo D'Alema, da Gianni Agnelli al cardinale Agostino Casaroli, da Gianfranco Fini a Francesco Rutelli. E poi Bruno Vespa, Carlo Rossella, Fabrizio Del Noce, Vincenzo Visco, Cesare Salvi, Vannino Chiti, Pierluigi Bersani, Giulio Tremonti, Altero Matteoli e Giuseppe Consolo, Mario D'Urso. E poi Gianni Letta, Walter Veltroni, Cesare Romiti e pure Umberto Bossi. Sono alcuni degli ospiti di Casa Angiolillo, ''il santuario che vale più dei Palazzi ufficiali'', il salotto bipartisan della Seconda Repubblica, ma attivo da ben prima, da quasi un quarantennio.

Negli anni Novanta e nel 2007 ha ospitato anche Silvio Berlusconi, mentre Romano Prodi, quando era ministro dell'Industria, fu invitato ma sbagliò data e si presentò con 24 ore di anticipo, costringendo la padrona di casa a riceverlo in vestaglia. Se la trasmissione Rai ''Porta a Porta'' è considerata quasi all'unanimità la Terza Camera del Parlamento, il salotto romano della signora Maria Angiolillo è passato, almeno a maggioranza qualificata, alle cronache come la Quarta Camera.

"A casa Angiolillo il clima era sempre di grande cordialità, i toni pacati. L'abitazione romana di Maria Angiolillo è stata senza dubbio la più frequentata da personalità della politica e della diplomazia: non era raro, in quelle occasioni, incontrare importanti rappresentanti di Stati esteri prima ancora che presentassero le proprie credenziali al Quirinale". Così all'ADNKRONOS il senatore a vita Giulio Andreotti, tra i più assidui frequentatori degli incontri conviviali nella casa romana di Trinità dei Monti. "Maria Angiolillo – racconta Andreotti – aveva conservato ed accresciuto le conoscenze del marito, sempre improntando la sua squisita ospitalità al rispetto e al di fuori dai particolarismi politici". E il fatto, come dice Roberto D'Agostino, che fra quelle mura vigesse il 'codice Andreotti', la formula basata sulla mediazione e l'inclusione? "Queste – risponde il senatore a vita – sono un po' leggende…".

Nel celebre salotto della casa di Trinità dei Monti, "si aggiustavano i 'guai' della politica italiana seguendo il 'codice Andreotti', la filosofia del 'perché escludere quando si può aggiungere?'. Quella della morte di Maria Angiolillo è una notizia che non avrei mai desiderato scrivere", afferma all'ADNKRONOS Roberto d'Agostino, creatore di Dagospia e dispensatore di molti 'segreti' della politica nostrana. "Maria Angiolillo era inviperita nei miei confronti, perché dalle foto che Pizzi scattava e dalle notizie che io davo si capivano gli 'inciuci' condotti in porto davanti ad un piatto di ricotta al miele o ad altre pietanze piene di salse e controsalse", racconta ancora. "Angiolillo era decisa a scoprire chi fosse la 'talpa' che mi raccontava tutto. E allora, ispirandosi ai 'dieci piccoli indiani' di Agatha Christie – sottolinea- , comincio' a togliere ad uno ad uno gli invitati, ad eccezione, si capisce, dei due 'dioscuri' Gianni Letta e Bruno Vespa. Nonostante questo espediente, non riusci' mai a scoprire chi mi spifferava tutto, perche' i miei 'infiltrati' erano due o tre…".

"A casa Angiolillo il clima era sempre di grande cordialità, i toni pacati. L'abitazione romana di Maria Angiolillo è stata senza dubbio la più frequentata da personalità della politica e della diplomazia: non era raro, in quelle occasioni, incontrare importanti rappresentanti di Stati esteri prima ancora che presentassero le proprie credenziali al Quirinale". Così all'ADNKRONOS il senatore a vita Giulio Andreotti, tra i più assidui frequentatori degli incontri conviviali nella casa romana di Trinità dei Monti. "Maria Angiolillo – racconta Andreotti – aveva conservato ed accresciuto le conoscenze del marito, sempre improntando la sua squisita ospitalità al rispetto e al di fuori dai particolarismi politici". E il fatto, come dice Roberto D'Agostino, che fra quelle mura vigesse il 'codice Andreotti', la formula basata sulla mediazione e l'inclusione? "Queste – risponde il senatore a vita – sono un po' leggende…".

Articlolo scritto da: Adnkronos