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Afghanistan, Usa verso abbandono impegno ricostruzione

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WASHINGTON – Gli Stati Uniti non intendono più fare sconti al presidente afghano, Hamid Karzai (nella foto). E hanno già avviato contatti con altri esponenti della leadership afghana, a partire dai governatori delle province. Perché elemento cruciale della nuova strategia che l'amministrazione di Barack Obama sta mettendo a punto in queste prime settimane di lavoro è quello di concentrare le risorse sulla guerra vera e propria, lasciando perdere l'impegno ''troppo ampio e proiettato verso il futuro'' per la ricostruzione delle infrastrutture e delle istituzioni del Paese, per la costruzione dello Stato, slogan, rimasti tali, degli Stati Uniti di George W. Bush.

E' questo quanto è emerso dai contenuti dell'audizione che ieri il segretario della Difesa Robert Gates ha tenuto di fronte alla Commissione difesa del Senato, oltre che dalle fonti dell'amministrazione interpellate a microfoni spenti dal New York Times e dal Washington Post. Si tratta di elementi che vanno nella stessa direzione delle voci che avevano iniziato a circolare nella capitale americana dopo la visita alla Casa Bianca, subito dopo l'insediamento di Barack Obama la scorsa settimana, di tre ex ministri afghani e del governatore della provincia di Nangahar.

Karzai, spiegano le fonti, viene considerato come ''un potenziale impedimento'' ai nuovi ''più modesti e realistici'' obiettivi americani in Afghanistan, promossi soprattutto dal vice presidente Joe Biden e dall'inviato per la regione, Richard Holbrooke, pronto a partire per la sua prima missione a Kabul in cui spiegherà a Karzai che non può più evitare di fare di più. E' finita l'epoca d'oro del 'sindaco di Kabul', come veniva definito il presidente afghano, delle video conferenze bisettimanali con il presidente americano, un appuntamento subito cancellato da Obama, dell'accento sull'impegno Usa alla ricostruzione delle istituzioni civili, attività che verranno lasciate agli europei, soprattutto ai Paesi che continuano a rispondere negativamente alle richieste americane per un maggior impegno militare secondo la più tradizionale divisione dei compiti fra le due sponde dell'Atlantico.

''Se ci poniamo l'obiettivo di creare una qualche Valhalla asiatica laggiù perderemo, perché nessuno al mondo ha il tempo, le risorse e i soldi necessari a farlo'', ha ammesso senza tanti giri di parole Gates. La missione americana in Afghanistan e' quella di portare a termine una guerra, ''la nostra maggiore sfida militare''. ''Il nostro obiettivo primario e' quello di evitare che l'Afghanistan sia impiegato come base da cui terroristi ed estremisti possano attaccare gli Stati Uniti e i nostri alleati'', ha aggiunto il capo del Pentagono. ''Non vogliamo assolutamente sbarazzarci dell'opera di ricostruzione. Quello che cerchiamo di fare e' concentrarci sul problema di al Qaeda. Questa deve essere la nostra prima priorita''', spiega una fonte dell'amministrazione prevenendo le obiezioni di alleati e opinioni pubbliche europee.

Sara' quindi Holbrooke a spiegare a Karzai le nuove richieste di Washington, concentrate su un impegno serio alla lotta alla corruzione e al traffico di stupefacenti e caratterizzate da un approccio del ''piu' aiuti in cambio di piu' risultati'', primo fra tutti l'arresto di elementi del suo clan coinvolti in attivita' criminali, a partire dal fratello narcotrafficante a Kandahar. Il sostegno degli Stati Uniti alla sua ricandidatura alle elezioni che si svolgeranno entro l'autunno dipende dalla risposta che il leader pashtun dara' a queste richieste.

''Mi sembra che abbandoniamo il governo centrale per concentrarci solo sulle regioni'', ha spiegato l'ex ambasciatore americano a Baghdad, poi a Kabul e poi all'Onu, possibile, si dice in questi giorni, candidato alla presidenza afghana, Zalmad Khalizdad. La nuova amministrazione non vuole fare passi falsi. Ed è cosi' che anche il 'surge' delle forze preannunciato procedera' piu' lentamente del previsto. Gates ha confermato ieri l'arrivo in Afghanistan di altri 12mila militari (tre brigate) entro la fine dell'estate, ma il resto dei circa 30mila soldati in piu' previsti arrivera' solo quando saranno pronte le infrastrutture e la pianificazione e Gates non ha nascosto il suo ''profondo scetticismo'' sull'opportunita' di andare oltre. Oggi, intanto, Obama riceve i comandanti militari impegnati oltre che in Afghanistan anche in Iraq.