Home Attualità Salute Anche alla pediatria della Gruccia, arriva il “dottor clown”

Anche alla pediatria della Gruccia, arriva il “dottor clown”

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MONTEVARCHI – Ci sono luoghi dove i bambini non dovrebbero proprio stare e l'ospedale è sicuramente uno di questi. Ma capita anche che non se ne possa fare a meno. E così, in certi momenti della vita, anche bambini e bambine devono recarsi in ospedale ed essere ricoverati per periodi più o meno lunghi. La permanenza in ospedale è di per se una gabbia innaturale per i piccoli. Poi ci sono le cure, fatte anche di tecniche poco gradite, come le iniezioni, le flebo, o semplicemente le ricerche diagnostiche, raggi, ecografie, prelievi e quant’altro.
Allora, quando questo accade, è importante che gli adulti “inventino” soluzioni per rendere meno “amaro” questo periodo.
L’azienda sanitaria aretina – in collaborazione con varie associazioni – ci sta provando, adottando nei reparti di pediatria una serie di iniziative che tendono ad alleviare ciò che di negativo avvertono i piccoli pazienti.
Nel reparto di pediatria della Gruccia, da tempo è in atto un processo di "umanizzazione delle cure" che passa anche attraverso strumenti terapeutici quali la pet-therapy e la promozione della lettura. Con il mese di dicembre è entrato in funzione un altro strumento: la clown-therapy.
E' nota l'influenza che le emozioni esercitano sullo stato psicologico ma anche immunitario; in tale senso la clown-therapy diventa un vero strumento terapeutico migliorando la partecipazione dei piccoli alla terapia, riducendo il disagio che deriva non solo dalla malattia ma anche dalla ospedalizzazione.
Questo prezioso aiuto viene da un gruppo di 12 giovani che attraverso l'Avo e l'esperienza formativa presso l'ospedale Meyer porta in modo "dolce, rispettoso e brioso" il sorriso nelle situazioni di disagio.
Per il momento questa esperienza viene realizzata all'interno del reparto e nella sala di attesa del pronto soccorso pediatrico nei giorni di martedì e sabato, dalle 10 alle 12, e mercoledì e venerdì dalle 16,30 alle 18,30. A breve il servizio verrà esteso al DH chirurgico pediatrico dove l'attesa dell'intervento, ma anche il decorso successivo possono creare momenti di disagio sia nei piccoli che nei loro genitori.
I clown si vestono da medici e da infermieri, per smitizzare la figura dell’operatore professionale che per curare “fa male”. “E' un supporto terapeutico importante e ormai insostituibile – dicono i medici del reparto – perché a differenza degli adulti, ogni interruzione della propria condizione di ammalato nei piccoli pazienti, rappresenta essa stessa un miglioramento tangibile e una capacità di reazione alla malattia stessa”.
E allora questi ragazzi (in realtà ci sono anche uomini e donne over 50) impiegano alcune ore del loro tempo per vestirsi da dottori e infermieri, ma con i volti pitturati, i nasi finti, i camici disegnati, le parrucche e strani strumenti di cura: le siringhe che diventano gigantesche e senza punte, le flebo trasformate in strani macchinari che miscelano allegria, gioia, sorriso, gioco. In coppia il dottore-clown e l’assistente infermiere-clown ad uno ad uno “visitano” i piccoli pazienti che diventano “impazienti” nel farsi visitare.
L’intervento dei clown in corsia ha dimostrato, relativamente ad alcune patologie, una riduzione della degenza, della sofferenza ed un minor uso di anestetici. I dati parlano di una riduzione del 50% circa della degenza e di un 20% dell’uso di anestetici.