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Approvato il piano di sviluppo delle aree protette della provincia

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Il consiglio provinciale, nella sua ultima seduta, ha approvato il Piano di Sviluppo Economico-Sociale delle Aree Protette della Provincia di Arezzo, uno strumento che è frutto di alcuni anni di lavoro per la complessità delle problematiche affrontate e soprattutto per raggiungere un buon livello di coinvolgimento dei diversi soggetti che direttamente o indirettamente sono interessati alla gestione delle aree protette. Quello approvato può essere definito un Piano di "sistema", non solo perchè prevede interventi in ciascuna tutte le aree protette del sistema regionale ma anche e soprattutto perchè prevede azioni e progetti che riguardano trasversalmente tutte le aree protette e il rafforzamento nel loro insieme. Un sistema ormai maturo per potersi integrare anche con il sistema statale (va in questo senso la previsione di forme di coordinamento con il Parco Nazionale e le Riserve statali) e con quello più complessivo regionale e nazionale, al quale ogni area protetta cerca di portare un suo contributo al tema della tutela del patrimonio naturale e della sua valorizzazione in chiave educativa, turistica e del mantenimento di attività economiche e di insediamenti umani talora preziosi per la conservazione di ambienti naturale di alto valore. La definizione degli obiettivi strategici e delle proposte programmatiche sono il frutto di un lungo lavoro svolto con pazienza negli ultimi anni e rappresentano il risultato delle molteplici esperienze maturate successivamente alla istituzione delle aree protette regionali avvenuta in anni recenti, tra il 1996 e il 2004. Le principali iniziative del Piano prevedono innanzitutto il rafforzamento degli istituti di partecipazione e coordinamento con Comuni, la C.M. Valtiberina Toscana, con il Parco Nazionale e le Riserve Statali, oltre che il consolidamento della collaborazione con una molteplicità di soggetti che hanno collaborato o che possono collaborare alla gestione delle aree protette, al fine di migliorare i servizi dei Centri Visita e delle altre strutture di accoglienza, le attività di educazione ambientale, la promozione turistica, la gestione ambientale. E' prevista inoltre la realizzazione di una serie di progetti e di attività di servizio che riguardano, per limitarsi a quelli più significativi, la manutenzione e l'implementazione della rete escursionistica e delle aree attrezzate, la realizzazione di rifugi e foresterie nelle aree in cui risultano più carenti, come nell'Alpe della Luna, l'esecuzione di interventi di miglioramento ambientale in aree sensibili o a rischio di degrado, quale le zone umide delle Riserve Naturali dell'Arno o l'area demaniale del Sasso di Simone, interessata da fenomeni di dissesto idrogeologico, e di interventi per la depurazione delle acque di piccoli centri abitati, che non sono ancora rientrati nei programmi di azione degli AATO. Di particolare rilievo dal punto di vista ambientale sono gli interventi per la tutela della biodiversità nelle foreste delle Valtiberina nelle aree interessate da vegetazione di particolare valore naturalistico, la costituzione di una banca del germoplasma in collaborazione con il vivaio del CFS di Pieve S.Stefano e la ripresa della gestione selvicolturale del Demanio del Sasso di Simone, cessata nel 1995. Degna di nota è infine la continuazione della pur cospicua attività di studio e monitoraggio degli ambienti naturali e della flora e della fauna delle aree protette provinciali e dell'arricchimento delle pubblicazioni con finalità scientifiche e divulgative, indispensabili strumenti di conoscenza e di supporto alle attività educative. La elaborazione del Piano ha fatto capo al Servizio Conservazione della Natura della Provincia, che si è avvalsa della consulenza di una Società esterna, la Soc. Coop. CAIRE di Reggio Emilia e dell'apporto delle altre strutture della Provincia.