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Arezzo in difesa delle donne e della democrazia Afgana

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Arezzo in difesa delle donne e della democrazia Afgana

AREZZO – “Quello che sta facendo per il suo popolo è un esempio importante di ciò che ogni eletto deve fare per la sua gente”. Così il Sindaco Giuseppe Fanfani ha saluto nell’aula del Consiglio Comunale la parlamentare afgana Malalai Joya alla quale il Presidente Giuseppe Caroti ha consegnato una targa: “il suo compito è molto difficile. Un grande impegno che mette i cittadini del mondo di fronte alle proprie coscienze e le sue parole, chiare e dirette, sono occasione per una profonda riflessione sulla tragedia che oggi l’Italia affronta e cioè la morte dei soldati italiani nell’attentato a Kabul”.
Malalai Joya ha protestato, nel suo paese, contro l’esclusione delle donne dalla presidenza delle commissioni della Loya Jirga, il parlamento afgano, e ha chiesto che criminali fondamentalisti, talebani e dell’Alleanza del Nord, dentro e fuori dal governo, venissero processati da una corte internazionale. Da allora ha ricevuto numerose minacce di morte, vive sotto scorta e ogni notte è costretta a cambiare casa. È sopravvissuta a quattro tentativi di omicidio.
Stamani ha espresso il suo cordoglio per i militari italiani uccisi e ha ricordato il dramma della popolazione afgana: “ogni giorno la mia gente subisce attacchi dal cielo con i bombardamenti e a terra con le azioni dei talebani e dell’Alleanza del Nord. La gente è schiacciata e soffre per povertà, mancanza di lavoro, fondamentalismo e corruzione. Questa politica ha portato il mio paese a essere il più importante centro del mondo per la produzione di oppio: il 93% dell’intera produzione internazionale. Il giro d’affari dei mercanti della droga è di 500 milioni di dollari all’anno”. Malalai Joya ha definito “una farsa” le recenti elezioni e ha ricordato un detto del suo paese: “non conta chi va a votare ma chi conta i voti”. Ha quindi chiesto al governo italiano non solo di ritirare i suoi soldati ma anche di “non sostenere in alcun modo la politica corrotta e i signori della droga dell’Afghanistan”.
Malalai Joya si è infine soffermata sulla condizione della donna nel suo paese “Hamid Karzai ha legalizzato i crimini contro le donne. La proposta dei fondamentalisti è stata trasformata in legge”. E la consigliere regionale Bruna Giovannini ha ricordato come “oggi sia legale lo stupro della moglie da parte del marito e come alle donne sia indispensabile il permesso dell’uomo per qualsiasi forma di vita sociale e di relazione”.
La vice Presidente della Provincia, Mirella Ricci, ha sottolineato il valore dell’impegno di Malalai Joya per i diritti e la pace e ha dichiarato come “i ragazzi italiani morti in Afghanistan abbiano perduto la vita sotto un ordine sbagliato pur nella volontà di portare la pace al popolo afgano”.
E il tema del lutto nazionale è stato evidenziato dal Presidente del Consiglio Comunale, Giuseppe Caroti, che, oltre a consegnare la targa alla parlamentare, ha anche fatto osservare un minuto di silenzio all’aula in memoria dei soldati. Sempre Caroti ha invitato a unire nel minuto di raccoglimento la memoria dei civili caduti e ha annunciato che adesso verrà valutata la possibilità di conferire a Malalai Joya la cittadinanza onoraria di Arezzo. Una richiesta ripetuta da Silvia Martini, dell’associazione No Mad che ha organizzato la visita della parlamentare afgana che proseguirà alla Biblioteca Città di Arezzo e venerdì in Consiglio Regionale: “questa visita rientra nel progetto che portiamo avanti dall’estate 2008: Etruschi e Afgani alla ricerca di comuni radici”. Ha quindi ricordato che “nel 2007 la Regione Toscana ha approvato una mozione di sostegno a Malalai Joy per riaffermare i principi democratici e i diritti delle donne e dei bambini”.
Nel corso dell’incontro di stamani, hanno portato il loro saluto a Malalai Joya anche gli assessori Emiliano Cecchini che ha ricordato i suoi legami con l’Afghanistan (il nonno era ambasciatore italiano a Kabul), Aurora Rossi (“l’accanimento contro di lei ha un doppio valore: contro la democrazia e contro le donne”) e il Presidente della Commissione consiliare tempi, diritti, partecipazione e pari opportunità Marco Tulli: “figure come Malalai sono quelle che sanno demistificare e questo perché dicono, semplicemente, la verità”.