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Aspettando i saldi di fine stagione

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Aspettando i saldi di fine stagione

AREZZO – Giovedì 7 gennaio iniziano ufficialmente i saldi di fine stagione anche in provincia di Arezzo, così come in tutta la Toscana. Allineati ai nastri di partenza, circa 950 negozi del settore moda (calzature, abbigliamento, intimo e articoli sportivi) che fino al prossimo 7 marzo potranno mettere in vendita a prezzi scontati i prodotti più soggetti ai cambiamenti del gusto e della moda.
“È prevedibile – fanno sapere dalla Confcommercio – che quest’anno le percentuali di sconto saranno subito abbastanza sostenute, intorno ad una media del 30%in meno rispetto al prezzo pieno. È un mezzo per attirare i consumatori, che, al di là di eventuali situazioni effettive di crisi, si stanno facendo più pigri e sembrano muoversi all’acquisto solo in presenza di sconti ed offerte. C’è comunque una buona parte di negozianti che, avendo già applicato durante tutto l’anno prezzi contenuti, con margini di guadagno molto inferiori rispetto al passato, non potrà scendere oltre il 20% di sconto”.
Secondo le stime previsionali della Confcommercio, ogni famiglia aretina dovrebbe investire negli acquisti a saldo circa 420 euro. In totale, i saldi invernali assorbono il 21% della spesa media destinata dalle famiglie a calzature e abbigliamento. I favoriti per gli acquisti restano i negozi delle città più grandi, dove si concentra un’offerta più variegata. Ma la caccia all’occasione si fa volentieri anche nei centri più piccoli.
In merito alla data di avvio delle vendite di fine stagione, Confcommercio continua a rilevare il disappunto degli operatori: oltre l’80% di loro vorrebbe infatti una data unica su tutto il territorio nazionale, anziché diversa da regione a regione. Positivo, in ogni caso, il fatto che quest’anno anche in Umbria i saldi partano il 7 gennaio in contemporanea con quelli toscani, evitando la concorrenza che si era sempre verificata tra i negozi della Valtiberina umbra e di quella aretina.

Intanto, in attesa del 7 gennaio, la Confcommercio ha già inviato agli operatori del settore il vademecum per effettuare correttamente le vendite di fine stagione, ricordando, ad esempio, che vige l’obbligo di esporre, insieme al cartellino del prezzo scontato, quello del prezzo intero con la percentuale di sconto applicata; che si devono accettare le carte di credito per il pagamento e che i cambi della merce, salvo difetti del capo venduto, sono a discrezione.

L’attesa è piuttosto alta: “il comparto moda è stato sicuramente colpito dalla crisi generale, ma anche da un inverno inizialmente molto mite – dice il presidente provinciale di Federmoda Confcommercio Paolo Mantovani – le vendite della stagione autunno – inverno hanno registrato un andamento debole, ma intorno al Natale sono tornate più brillanti, in concomitanza con l'arrivo del freddo e di un clima di maggiore fiducia. In ogni caso, le scorte nei negozi sono elevate. Questo ci fa sperare in una stagione di saldi positiva”.

“L’esito di questi primi saldi del 2010 è particolarmente importante – sottolinea il presidente Mantovani – perché ci aiuterà a monitorare il mercato. Si tratta di capire in che direzione si stanno evolvendo i consumi e se la ripresa del comparto moda è legata solo all’uscita dalla crisi economica generale oppure ad un cambiamento della rete di vendita”.

L’Italia resta comunque il primo Paese in Europa per spesa media pro-capite in fatto di moda, bellezza e salute: se nel 2008 ogni cittadino europeo ha speso 1.861 euro per la cura del sé, gli italiani vi hanno dedicato una quota pari al 15 per cento del totale dei consumi spendendo, in particolare, 1.194 euro a testa per abbigliamento e calzature, contro le 750 della Francia, le 846 della Germania e le 973 del Regno Unito.

LE REGOLE DEI SALDI DI FINE STAGIONE
Per il corretto acquisto degli articoli in saldo
Confcommercio ricorda alcuni principi di base:

1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (artt. 128 e ss. del Codice del Consumo d.lgs. 6 settembre 2005 n. 206). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
2. Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l'adesivo che attesta la relativa convenzione.
4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Salve specifiche disposizioni regionali, è possibile porre in vendita capi non appartenenti alla stagione in corso.
5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.