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Banche addio, il denaro si scambia online

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Banche addio, il denaro si scambia online

Milano – Il web 2.0 entra nel settore del credito anche in Italia, ed è già un successo. A poco più di un anno dalla comparsa del social lending con i due principali competitor Zopa.it e Boober.it, sono già più di 40mila gli italiani che, complice anche la crisi economica e il conseguente crollo del mercato del credito al consumo, hanno scelto di scambiarsi denaro su internet bypassando gli intermediari tradizionali allo scopo di chiedere prestiti a tassi più bassi e prestare denaro a interessi maggiori.

Che la crisi abbia avuto un ruolo decisivo nel successo del social lending è certo anche per alcuni esperti del settore. ''In passato – spiega all'ADNKRONOS Luciano Munari, docente di 'Controllo strategico degli intermediari finanziari' all'Università di Parma – questa opportunità era offerta dagli intermediari finanziari, ma la crisi di fiducia che ha colpito recentemente queste realtà ha creato uno stimolo a ricercare modalità diverse di investimento e di indebitamento, saltando un passaggio intermedio, giudicato, a torto o a ragione, molto costoso''.

Tuttavia per altri economisti la situazione di incertezza generata dalla crisi economica potrebbe allo stesso modo rappresentare un freno per lo sviluppo di queste nuove forme di prestito. ''A causa della crisi – afferma all'ADNKRONOS Federico Rajola, docente del Cetis all'Università Cattolica di Milano – si tende sempre a dare fiducia ad un brand solido e riconoscibile. Saranno sempre i grandi istituti bancari, quelli con il maggior numero di dipendenti, a beneficiare di eventuali politiche di aiuto, delle negoziazioni politiche più rilevanti, anche con l'estero''. Zopa è reduce dal successo anglosassone ''dove le banche – continua Rajola – hanno davvero avuto gravi problemi; in Italia, tutto sommato, hanno retto, fermo restando che ci sono titoli tossici che in qualche modo andranno smaltiti''.

Dati recenti dimostrano che nel primo trimestre del 2009, periodo durante il quale gli effetti della crisi globale sono stati di maggiore intensità, il mercato del credito al consumo in Italia ha registrato un decisivo crollo. Per anni le famiglie italiane hanno continuato ad indebitarsi, fino al primo dato negativo di questo primo trimestre: -10,7%. E' quanto emerge dall'analisi di Assofin, l'Associazione Italiana del Credito al Consumo e Immobiliare. ''E' la prima volta da molti anni che questo accade -spiega all'ADNKRONOS Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo Assofin-, infatti negli ultimi 15 anni, fino al 2008, il credito al consumo è sempre cresciuto, anche se a ritmi via via decrescenti''.

In Italia sono due le principali società che si occupano di social lending: la prima, Boober.it, è nata in Olanda; la seconda, Zopa.it, è stata importata dal Regno Unito. Offrire o ricevere in prestito del denaro è molto facile: ''Per il richiedente, – spiega all'ADNKRONOS Maurizio Sella, amministratore delegato di Zopa Italia – bisogna iscriversi, si fa la richiesta direttamente sul web e in tempo reale viene data la risposta se il prestito viene concesso o meno; per quanto riguarda il prestatore, anche lui va sul sito, si registra, fa la sua offerta e decide di prestare una certa somma ad un certo tasso d'interesse. Nel momento in cui offerta e domanda si incontrano ecco che si realizza il finanziamento''.

Dopo aver effettuato l'iscrizione il richiedente specifica l'importo richiesto (da 1.500 a 15mila euro) e la durata del prestito (12, 24, 36 e 48 mesi). ''Dal momento della richiesta sul web – spiega Maurizio Sella – interroghiamo le società di informazione creditizia le quali ci danno indietro un rating che corrisponde ad una categoria di rischio di Zopa''. Il richiedente sa così immediatamente se è nelle condizioni di poter ricevere un prestito.

Il prestatore però, secondo alcuni esperti, potrebbe essere svantaggiato rispetto al prenditore. ''Il risparmiatore – spiega Luciano Munari – fornisce oggi risorse finanziarie contro l'impegno di restituirli a scadenza, questa situazione pone di per sé il prenditore di fondi in una situazione di vantaggio''. Nel prestito peer-to-peer inoltre ''il prenditore di fondi – continua – non deve sottoporsi all'onere di recarsi in un intermediario, mentre il risparmiatore non gode di tutte le garanzie offerte da una banca e subisce direttamente i rischi dello scambio creditizio. E' vero – conclude – che questi sistemi impediscono al risparmiatore di incorrere in una eccessiva concentrazione dei rischi, ma per quanto piccola possa essere la somma prestata ad un unico prenditore di fondi, il rischio di perderla è concreto e reale''.

La commissione viene calcolata per i primi sull'importo dato in prestito al netto dei rimborsi e per i secondi sull'ammontare del prestito ottenuto. Nel caso del richiedente si aggiunge una quota fissa di 15 euro per anno di durata del finanziamento, non addebitando costi per l'incasso delle rate. ''Per Zopa – sottolinea Maurizio Sella – la vera fonte di guadagno sono i prestiti effettivamente andati a buon fine tra richiedenti e prestatori all'interno della comunità, principio grazie al quale per esempio il richiedente può estinguere il prestito richiesto in qualsiasi momento, contrariamente alle forme tradizionali di credito, che ottengono il loro profitto dalla riscossione degli interessi passivi''. Oltre alla trasparenza, alla possibilità di restare anonimi e alla comodità nell'effettuare le operazioni, c'è dunque un motivo fondamentale a spingere più di 37mila italiani a fidarsi di questo esempio inaugurale di social lending: il risparmio. ''I tassi ad oggi per chi ha prestato del denaro sono stati intorno al 7%, per chi ha richiesto denaro intorno al 9,7% – afferma Maurizio Sella -. I tassi medi delle finanziarie per i richiedenti sono intorno al 14,5%''.

L'ipotesi di una crescita esponenziale del fenomeno a tal punto da impensierire i grandi istituti del credito sembra tuttavia non avere fondamenti. ''I prestiti peer-to-peer – commenta Munari – mi sembrano più adatti a soddisfare esigenze finanziarie di importo limitato. Difficilmente un'impresa che ha bisogno di finanziamenti di elevato importo potrebbe soddisfare le sue esigenze attraverso questi sistemi, non fosse altro che per il tempo necessario per raccogliere i capitali con il contributo di un numero molto elevato di piccoli importi provenienti da singoli risparmiatori''.

Il profilo tipico dei datori e dei prenditori di fondi è prevalentemente maschile e giovane, di età compresa tra i 25 e i 45 anni.

In Europa il social lending è già molto diffuso. Al primo posto per volume di prestiti c'è Zopa Uk, che a tutt?oggi, in più di tre anni, ha permesso ai membri della sua community di prestarsi 31 milioni di sterline (pari a circa 34,5 milioni di euro). La segue Smava, community tedesca fondata nell?aprile 2007, che ha da poco superato i 6 milioni di euro di prestiti erogati. Terza classificata Zopa.it, che in un solo anno ha registrato prestiti online direttamente tra i suoi membri per più di 4.279.700 euro. Seguono l'olandese Boober, che dal febbraio 2007 ha erogato prestiti per 2.472.899 euro e la polacca Finansowo, nata nel marzo 2008, che supera di poco il milione di euro.