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Benzina, i petrolieri dicono NO alle riduzioni

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Benzina, i petrolieri dicono NO alle riduzioni

ROMA – "Gli aumenti dei prezzi della benzina sono ampiamente giustificati dalle speculazioni di mercato. Le compagnie hanno assunto un atteggiamento cauto verso il mercato perche' avremmo potuto subire aumenti dell'ordine di 6-7 centesimi al litro mentre gli aumenti sono stati solo di 3 centesimi". Il portavoce dell'Unione petrolifera, Marco D'Aloisi, parla cosi' al termine dell'incontro tra petrolieri e governo, al quale non ha preso parte il ministro per lo Sviluppo economica Claudio Scajola, ma il sottosegretario Stefano Saglia.

"Il governo ci ha chiesto di ridurre il prezzo della benzina, ma abbiamo spiegato che non ci sono i margini -ha aggiunto D'Aloisi- mentre abbiamo sottolineato la possibilita', gia' oggi, di acquistare i carburanti con circa 11 centesimi di sconto al litro su alcuni impianti. Si tratta di iniziative promozionali che esistono gia' oggi. Secondo noi il margine dei due centesimi di cui parla il governo non esiste. E sull'ipotesi di tornare ai prezzi amministrati, si tratterebbe di una scelta politica cosi' come quella di sterilizzare l'iva. Il governo puo' farlo".

Secondo il governo, però, ci sono i margini per ridurre di 2 centesimi il prezzo della benzina. Il sottosegretario allo sviluppo economico Stefano Saglia non ha dubbi: "Abbiamo voluto esaminare gli aumenti dei giorni scorsi, delle ultime settimane, confrontandoli anche con i prezzi registrati negli anni scorsi – spiega Saglia – è opinione del governo che ci siano i margini per ridurre il prezzo di almeno 2 centesimi".

Gli aumenti dei prezzi sono determinati in parte dalla speculazione internazionale legata a una possibile ripresa dell'economia. Inoltre c'e' una differenza tra i prezzi registrati nel nostro Paese rispetto al resto d'Europa. Certo c'e' anche una rete distributiva di 23 mila punti vendita rispetto ai 10-14 mila impianti degli altri Paesi europei. Insomma secondo noi c'e' un margine, certamente non enorme, ma che potrebbe dare un po' di sollievo agli automobilisti italiani".

Prima del vertice, i consumatori avevano lanciato un ultimatum al governo e chiedono azioni concrete. ''Non c'e' piu' spazio per l'indignazione. E' necessario intervenire con decisione su tale versante, passando finalmente dalle parole ai fatti'' avverte il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti. In particolare, secondo l'associazione, e' indispensabile agire su tre fronti: portando finalmente a compimento la configurazione dell'Autorita' per l'energia e dotando tale organismo di responsabilita' di verifica e controllo, ma anche di sanzione, soprattutto in relazione ai prezzi dei prodotti petroliferi.

Occore poi verificare l'efficienza dell'intera filiera petrolifera nel Paese, a partire dalla raffinazione, al fine di comprendere il perche' dell'esistenza di un differenziale (dai 3 ai 5 centesimi) tra il costo industriale dei carburanti in Italia rispetto alla media europea. Infine e' necessario eliminare una volta per tutte 'impicci ed impacci' che ostacolano una completa liberalizzazione del settore della distribuzione dei carburanti, che consenta la vendita anche attraverso il canale della grande distribuzione.

Sulla stessa linea l'Adiconsum, che non sembra riporre molte speranze nell'incontro di oggi. ''Oramai ogni volta che si ripete la speculazione sui carburanti si assiste al solito rito: coro di proteste, convocazione da parte del ministro Scajola delle compagnie petrolifere, ma i risultati fino ad oggi sono uguali a zero''. ''Nulla e' cambiato rispetto alla doppia velocita'; nulla e' cambiato rispetto agli aumenti in corrispondenza dei grandi esodi; nulla e' cambiato rispetto a una maggiore concorrenza tra le compagnie; nulla e' cambiato rispetto a colpire i fenomeni speculativi'' sottolinea l'associazione.

L'Adiconsum ha avanzato una proposta precisa: ''una proposta rispettosa delle regole del mercato, poiche' ad ogni compagnia resta la facolta' e il diritto di stabilire il prezzo del carburante, ma come tutti invocano c'e' bisogno di nuove regole e la regola da chiedere alle compagnie petrolifere e' che il prezzo alla pompa vari con una frequenza di 3 mesi, cosi' come gia' avviene per luce e gas''. Per l'associazione dei consumatori con questa proposta i consumatori ''saprebbero la compagnia piu' conveniente''; ''verrebbero 'tagliate' le punte, con effetti positivi sul suo contenimento dell'inflazione''; per il sistema ''eviterebbe i consueti fenomeni speculativi della doppia velocita'''; le compagnie ''sarebbero incentivate ad acquisti del petrolio di medio e lungo periodo e non a seguire l'andamento giornaliero della borsa''.