ROMA – Oggi, domenica 11 ottobre,a “Domenica cinque”, irripetibile show di Loredana Bertè. Dopo un’entrata a fatica nello studio 10 di Cologno Monzese, l’intramontabile cantante rock regala grandi emozioni cantando dal vivo i suoi più grandi successi e si concede in un’intervista esclusiva a Barbara D’Urso nella quale parla del suo rapporto difficile con il padre violento, del suo amore per la sorella Mimì e della sua lotta con la vita.
”Devo chiedere scusa a mia sorella Mimi perché ho rifiutato un telefonino che mi aveva regalato lei perché non riusciva mai a trovarmi. Un venerdì sera questo telefono non smetteva di suonare e io non ho voluto rispondere. Io ero a Milano. Mimì stava troppo male perché, come accede ogni volta che un’artista è troppo brava, per invidia si dice che porti sfortuna. Lei era bandita anche dai più grandi registi. Quando viveva questi momenti così bui, Mimì andava in Calabria si univa ai pescatori, cantava qualche canzone, ricuciva le reti.”
“Io ho rivisto Mimì da morta ed era piena di lividi. Secondo me era stata picchiata a sangue dal padre. Renato Zero, in buona fede, mi ha lasciata sola davanti alla bara ancora aperta di Mimì e poi mi ha dovuta portare per 6 mesi a Roma perché avevo due buchi in testa perché quando ho visto mio padre, dopo 40 anni che non lo vedovo, gliene ho dette di tutti i colori perché Mimì era piena di lividi e solo lui aveva le chiavi di casa sua…”
“Durante gli ultimi due concerti, il manager di Mimì avrebbe dovuto portarla al Pronto Soccorso perché il pomeriggio non stava bene, vomitava; ma lui per salvare la tournèè l’ha imbottita di pillole sbagliate e le è venuto un infarto. “
Doveva essere ospite di suo padre, che purtroppo abbiamo in comune, ma io lo vedo solo per i funerali, l’ho visto quando avevo 5 anni, quando prendeva a calci nostra madre ogni volta che nascevamo una di noi perché odiava le bambine. È già un miracolo che sono viva, sia io che Mimì, e a 10 anni eravamo già fuori di casa. ”