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Brasile, Battisti rifugiato politico

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ROMA – Cesare Battisti non verrà estradato in Italia. Il ministro brasiliano della Giustizia Tarso Genro gli ha infatti concesso a lo status di prigioniero politico.

Viva sorpresa e forte rammarico è stato espresso da parte italiana per la decisione che, si legge in una nota della Farnesina, ribaltando quanto stabilito dal Comitato nazionale per i rifugiati, ha accolto il ricorso di ''un terrorista responsabile di gravissimi delitti che nulla hanno a che fare con lo status di rifugiato politico".

"Nell'esprimere apprezzamento per la decisione adottata a fine novembre scorso dal Comitato che aveva negato, nell'ambito delle sue competenze, il riconoscimento dello status di rifugiato al terrorista Battisti – continua la nota – l'Italia rivolge un appello al Presidente Lula da Silva perché vengano esperite tutte le iniziative che possano promuovere, nel quadro della cooperazione giudiziaria internazionale nella lotta contro il terrorismo, una revisione della decisione giudiziaria adottata".

"Ciò vale a maggior ragione in un momento in cui i Paesi del G8 e quanti con essi hanno un rapporto di intensa collaborazione, come il Brasile, saranno chiamati a confermare un impegno solenne e a promuovere azioni sempre più efficaci per sconfiggere il terrorismo internazionale", conclude la nota.

In mattinata anche Piero Fassino, ospite di Maurizio Belpietro a 'Panorama del giorno' su Canale 5, aveva detto di non condividere la decisione del governo brasiliano: ''E' una decisione sbagliata perché il processo di Battisti in Italia è per reati di sangue molto gravi". .

Battisti, ha aggiunto il ministro ombra degli Esteri del Pd, "è stato un protagonista della stagione del terrorismo e credo sarebbe giusto che la magistratura brasiliana fosse più consapevole delle scelte che fa". Il governo brasiliano ha concesso lo status di prigioniero politico a Battisti e questo fa dire a Fassino che "c'è una valutazione errata di reati commessi legata ai reati politici, come se questi abbiano una connotazone diversa. Quando si uccide un uomo è giusto che si paghi".

La decisione del ministro brasiliano della Giustizia si basa "sul fondato timore di persecuzione per opinioni politiche", si legge sul sito del ministero. L'ex militante del gruppo di estrema sinistra Proletari Armati per il comunismo è stato condannato in Italia all'ergastolo per quattro omicidi.

Battisti, 52 anni, a lungo residente in Francia, si era rifugiato in Brasile nel 2004 dove era stato poi arrestato nel 2007 in seguito alla richiesta italiana di estradizione. Lo scorso 28 novembre il comitato nazionale per i rifugiati (Conare) del ministero brasiliano della Giustizia aveva respinto la richiesta di asilo presentata da Battisti. Ma questi si è avvalso della possibilità di presentare un ricorso al ministro della Giustizia, che gli ha ora concesso lo status di rifugiato politico.

Status che non compete alla presidenza della Repubblica, ma solo al ministero della Giustizia. Il ministro ha già informato della sua decisione il presidente Luiz Ignacio da Silva. Ora che Battisti è rifugiato politico, il Tribunale Supremo Federale dovrà archiviare la richiesta di estradizione giunta dall'Italia. L'ex militante si trova nel carcere brasiliano di Papuda, a Brasilia.

Nella sua relazione, citata sul sito del quotidiano brasiliano 'o Globo', il ministro Tarso Genro parla di parzialità del sistema giudiziario italiano. "Il contesto nel quale sono occorsi i reati di omicidio imputati al ricorrente – si legge – e le condizioni nelle quali si sono svolti i suoi processi, la sua potenziale impossibilità di ampia difesa di fronte alla radicalizzazione della situazione politica in Italia, come minimo generano profondi dubbi sul fatto se il riccorrente abbia avuto diritto al dovuto processo legale".

In una recente intervista al settimanale brasiliano 'Epoca', Battisti aveva dichiarato di temere di venire "assassinato" in Italia se fosse stato estradato.