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Caso Englaro: lettera shock al Tgcom

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Caso Englaro: lettera shock al Tgcom

ROMA – Pietro Crisafulli, fratello di Salvatore che nel 2005 si “risvegliò” dallo stato vegetativo nel quale si trovava in seguito ad un incidente, ha inviato una lettera a Tgcom nella quale racconta i suoi incontri con Beppino Englaro, padre di Eluana.
Ecco quanto riportato nella lettera il cui testo integrale è disponibile online su Tgcom (la testata giornalistica multimediale di Mediaset diretta da Paolo Liguori) all’indirizzo www.tgcom.mediaset.it

“Era il marzo del 2005 quando l’ho conosciuto, eravamo entrambi invitati alla trasmissione Porta a Porta” racconta Crisafulli.

"Da quel giorno siamo rimasti in contatto e amici, ci siamo scambiati anche i numeri di telefono per sentirci, parlare, condividere opinioni. All'epoca anch'io ero favorevole all'eutanasia. Facemmo anche diverse foto insieme e visitai la città di Lecco.

“Nella circostanza – continua Crisafulli – Beppino Englaro mi fece diverse confidenze, tra le quali disse che i rappresentanti nazionali del Partito Radicale erano suoi amici. Si confidò a tal punto da confessarmi che non era vero niente che sua figlia avrebbe detto che, nel caso si fosse ridotta un vegetale, avrebbe voluto morire. Beppino si era inventato tutto perché non ce la faceva più a vederla ridotta in quelle condizioni. Entrò anche nel dettaglio spiegandomi che i danni celebrali erano gravissimi e che l'unica soluzione era farla morire e che, proprio per il suo caso, voleva combattere fino in fondo in modo che fosse fatta una legge, proprio inerente al testamento biologico” scrive ancora Crisafulli.

“In quella circostanza anch'io ero favorevole all'eutanasia e gli risposi che l'unica soluzione poteva essere quella di portarla all'estero per farla morire, in Italia era impossibile in quanto avevamo il Vaticano che si opponeva fermamente. Ma lui sembrava deciso, ostinato e insisteva per arrivare alla soluzione del testamento biologico, perché era convinto che con l'aiuto del partito dei Radicali ce l'avrebbe fatta. Questa è pura verità. Tutta la verità. Sono fatti reali che ho tenuto nascosti tutti questi anni nei quali comunque, io e i miei familiari, vivendo giorno dopo giorno accanto a Salvatore, abbiamo fatto un percorso interiore e spirituale. Anni in cui abbiamo perso la voce a combattere, insieme a Salvatore, a cercare di dare una speranza a chi invece vuol vivere, vuol sperare e ha diritto a un'assistenza e a cure adeguate” conclude Crisafulli.