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Cassa integrazione in deroga: dal 4 maggio disponibili altri 50mln

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Cassa integrazione in deroga: dal 4 maggio disponibili altri 50mln

Siglato l’Accordo fra Regione Toscana, sindacati e associazioni di categoria per il ri-finanziamento della Cassa Integrazione Guadagni in deroga (CIGS). Si tratta di 50 milioni assegnati dal Governo alla Toscana, in attesa che si sblocchi l'intero pacchetto frutto dell'accordo Stato-Regioni, che potranno cominciare ad essere utilizzati dal 4 maggio.
“La novità – comunica l'Ufficio Lavoro di CNA Arezzo – è che sono affidate alla Regione le procedure per l'autorizzazione prima di competenza della Direzione Regionale del Lavoro. Per beneficare della CIGS i lavoratori dovranno sottoscrivere una dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro o ad un percorso di riqualificazione professionale”.
Brevissimi i tempi per l'istruttoria delle pratiche: 7 giorni per il completamento dell’analisi delle pratiche e per l’invio dell’autorizzazione.
Immutata la platea dei beneficiari. “Come per l’accordo sottoscritto a marzo – precisa l'Ufficio Lavoro di CNA – possono accedere alla CIGS tutti i lavoratori di aziende che non possono usufruire degli ammortizzatori sociali, investite da processi straordinari di crisi. L'accordo destina 46 milioni di euro al pagamento dell'integrazione salariale dei lavoratori di imprese che, in base alla normativa ordinaria, non hanno accesso all'integrazione salariale. Altri 4 milioni saranno destinati alle imprese che hanno esaurito o che non possono più accedere agli ammortizzatori”.
Confermata l'estensione del sostegno a tutti i settori produttivi e l'ampliamento delle tipologie contrattuali che potranno accedere alla Cigs in deroga, quali apprendisti, soci lavoratori delle coop e altri.
L'accordo consente di dare una risposta in tempi rapidi a un'emergenza in continua crescita e rappresenta un’importante boccata d’ossigeno in attesa che vengano sbloccati i quasi 8 miliardi promessi dal Governo.
L'Ufficio Lavoro di CNA non manca però di sollevare alcune perplessità. “L’accordo Stato-Regioni prevede infatti che vengano stanziate per le politiche attive risorse analoghe agli interventi d’integrazione salariale. Questo però si traduce nella sottrazione delle risorse originariamente destinate alla formazione ed in particolare dei disoccupati con pesanti conseguenze anche per le imprese. I primi corsi a rischio sono infatti proprio quelli per l’acquisizione delle qualifiche prime fra tutte quelle dei servizi alla persona (estetiste, parrucchiere ecc…) e quelle degli idraulici ed impiantisti. Considerato che ormai da tempo la legislazione prevede che si possano assumere solo dipendenti qualificati, il rischio è quello di una paralisi di settori che negli ultimi anni hanno rappresentato una piccola valvola di sfogo occupazionale”.